IL PROGETTO
di Fiorangela d'Amora - Il Mattino
Castellammare di Stabia - «È una giornata storica, si è chiusa la gara per la realizzazione dell'ospedale di Castellammare, si apriranno le buste il due giugno, siamo nel pieno della realizzazione». È direttamente il presidente della Regione Vincenzo De Luca a dettare i tempi per la nascita del nuovo ospedale stabiese. Il polo ospedaliero sorgerà al posto delle Nuove Terme, grazie alla riconversione degli edifici e degli spazi che si trovano sulla collina del Solaro. «Trecentodieci posti letto per un investimento di 120milioni di euro - spiega De Luca - destinato a crescere. Si prevedono 36 mesi per la realizzazione dell'ospedale, tempi rapidi per un paese come l'Italia. Frutto della collaborazione con il commissario prefettizio che guida il Comune, la Soprintendenza e il Tribunale. Non intervenivamo in un'area libera». Il complesso delle Nuove Terme stava infatti per finire all'asta per coprire i debiti della Società immobiliare Terme di Stabia (Sint) che aveva in corso un concordato con il Tribunale di Torre Annunziata. La Regione è intervenuta acquistando tutti i beni del Solaro per un importo complessivo di 13 milioni di euro. L'edificio dove un tempo si eseguivano le cure termali e idroponiche, assieme all'ex albergo diventeranno il polo ospedaliero con l'annesso parcheggio e spazi verdi; il parco idroponico, che si trova dall'altro lato della strada e affaccia sul golfo, Villa Ersilia e centro congressi sono invece tornati nel patrimonio comunale. «Sarà un ospedale simile al Monaldi - ha spiegato De Luca - se pensiamo al contesto ambientale, ma più bello per la posizione e per un progetto di nuova edilizia ospedaliera che avrà non solo un primato estetico ma anche ecologico».
I REPARTI
Nell'ospedale, che unirà i posti letto di Castellammare e Gragnano, ci saranno tra gli altri, i reparti di cardiologia, terapia intensiva cardiologica, dermatologia (con posti letto laddove c'è necessità di ricovero), nefrologia, medicina di urgenza, chirurgia generale, ortopedia, oculistica. Previsti anche un servizio di psichiatria, e i reparti di pneumologia, ostetricia, ginecologia, anestesia e terapia intensiva, e terapia intensiva neonatale. «Daremo la migliore risposta possibile alla richiesta di salute da parte di quel territorio» ha osservato il direttore generale dell'Asl Napoli 3 Sud Giuseppe Russo. Nel processo di realizzazione dell'ospedale un ruolo importante lo riveste la Soprintendenza archeologia belle Arti e paesaggio per l'area metropolitana di Napoli, con la quale la Regione ha sottoscritto un accordo. «Saremo parte attiva per la costruzione di questo nuovo ospedale - ha chiarito il soprintendente Mariano Nuzzo -. L'accordo prevede la possibilità che la Soprintendenza possa fare da supporto al responsabile unico del procedimento, avendo così una responsabilità maggiore. Trattandosi di un'opera così rilevante non devono esserci ostacoli e sorprese nel recupero di un sito architettonico tanto importante». Un luogo che ormai la città considerava perso è stato recuperato e rinascerà per cure, stavolta non prettamente termali. Per quanto riguarda l'attuale ospedale San Leonardo, è il prefetto Raffaele Cannizzaro, capo della commissione straordinaria che sarà in carica fino alle elezioni del nuovo sindaco (si vota l'8 e 9 giugno) ad appellarsi a De Luca. «Se c'è una cosa di cui Castellammare ha bisogno, così come molti comuni del vesuviano, è lo spazio. In un agglomerato urbano così denso da essere oppressivo - ha detto il prefetto - già si fanno ipotesi sul destino da dare al San Leonardo. Che si crei uno spazio in cui la gente possa vivere i luoghi in maniera più dignitosa». Intanto il nodo per il futuro come per il presente resta il personale. «Per aprire un pronto soccorso bisogna rispettare i vincoli nazionali, mica è come aprire una pizzeria, e poi ovviamente bisogna trovare il personale - replica De Luca a chi protesta per la riapertura dell'emergenza a Boscotrecase -. Siamo pronti per il concorso unico regionale, ma non sarà questa la soluzione. Bisogna ottenere il raddoppio delle retribuzioni; l'abbassamento dell'età pensionabile di almeno due anni e poi consentire di fare contratti a tempo indeterminato ai giovani medici laureati. Solo così riusciremo ad arginare la carenza di medici».
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