Vico Equense, in questo momento, è una città ripiegata su stessa, una città che non ha alcuna prospettiva se non quella della gestione ordinaria, che non ha ambizioni, che non va da nessuna parte ma che, tutt’al più, gira intorno a se stessa con il capo chino, rifiutandosi di volgere lo sguardo al di là dei propri angusti confini. Sono gli stessi sostenitori del centro destra a essere sconcertati da tanta apatia. Alcuni di loro riferiscono apertamente che se tornassero indietro non li voterebbero più. Un rimpasto che il sindaco rinvia di giorno in giorno: avrebbe dovuto annunciare il nuovo esecutivo in primavera ma alla fine ha preso ancora tempo - adesso si dice che arriverà dopo le elezioni Europee di giugno - mentre la maggioranza non si vede più neanche alle riunioni. “La maggioranza – si legge in una nota del circolo Pd - sostiene che tutto va bene, che i lavori pubblici procedono, con calma, ma solo per fare le cose bene e che la città è ben diversa da quella che l’opposizione descrive: ripiegata su se stessa e senza prospettive. E’ la minoranza e il Pd che sbagliano perché credono di essere sempre in campagna elettorale.” L’appunto dei democratici si riferisce all’articolo di oggi del Mattino che parla per l'ennesima volta del palazzetto dello sport fra parcheggi mancanti, discariche (sequestrate) e convenzioni non rispettate. L’auspicio è che la politica ritorni a preoccuparsi del bene comune. Che si apra, finalmente, un ragionamento serio e senza pregiudizi sulle opportunità che Vico Equense sarà chiamata ad incrociare nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Magari sbagliamo, ma ci pare di poter dire che molto difficilmente il sindaco assumerà un’iniziativa tanto complessa ed ambiziosa, non perché non ne comprenda l’opportunità ma perché per assumere una iniziativa in tal senso dovrebbe essere disponibile a capovolgere completamente lo schema sul quale sino ad oggi ha costruito il proprio mandato, dovrebbe essere disponibile a misurarsi sul merito delle proposte e sulla complessità dei problemi, dovrebbe essere disponibile a mettere in gioco se stesso, la sua giunta e la sua maggioranza.
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