domenica 20 settembre 2015

Il Pd e le primarie con Bassolino

Antonio Bassolino
Fonte: Paolo Macry da Il Corriere del Mezzogiorno

Malgrado le preoccupazioni di Anna Maria Cartoni e i dubbi di Antonio Polito, la questione Bassolino sta entrando, giorno dopo giorno, nell'agenda politica cittadina. Le voci su un ritomo del vecchio leader, del resto, sono meno bizzarre di quanto possano apparire, se è vero che, in tutti questi anni di opposizione, la sinistra napoletana non ha prodotto alcuna classe dirigente di ricambio. Oggi il Pd si presenta come una sommatoria neppure di correnti, ma di notabili più o meno sconosciuti. Senza peso a livello nazionale. Senza appeal sulle élite sociali. La questione Bassolino nasce qui, in un contesto ai limiti della patologia politica. Ma naturalmente quello di Bassolino non sarà (non sarebbe) un percorso facile. E non soltanto perché di Rinascimenti ce n'è uno solo o perché, al contrario, gli verrebbe chiesto il conto dei buchi neri della sua stagione amministrativa. Il nodo più spinoso, nella forma e nella sostanza, sembra un altro. Come tornerebbe in scena «Antonio»? Di certo non appare realistica, ne politicamente opportuna una nomination che nascesse in sede locale a furor di popolo. Tutti in fila da Cincinnato: dirigenti, notabili e micronotabili. L'acclamazione del deus ex machina avrebbe l'odore stantio degli accordi in camera caritatìs. Sarebbe l'unanimismo dei perdenti, che salgono sull'ultimo treno disponibile per tentare di riprendersi le chiavi del Municipio. Altrettanto opinabile, però, sembra l'ipotesi di un'indicazione dall'alto. Imporsi al Pd locale con un nome come Bassolino sarebbe, per l'immagine del Rottamatore, una scelta costosa sul piano politico nazionale.
 
E comunque attizzerebbe il patriottismo del partito napoletano, che avrebbe gioco facile a lamentare le interferenze centralistiche del segretario. Restano le primarie, oggetto controverso e ambiguo come pochi, ma che in questa evenienza potrebbero costituire un momento di svolta per la sinistra cittadina, costringendola a scoprire le carte e aprendo una discussione trasparente sulle stagioni di governo e di opposizione, sui successi e gli insuccessi, sulla stoffa politica dei candidati. Un vero processo al partito e, forse, un primo passo per riallacciarne i rapporti sfilacciati con Napoli. La presenza di un'opzione Bassolino, controversa e perfino paradossale, toglierebbe infatti alle primarie ogni carattere rituale e unanimistico. Tutti dovrebbero venire allo scoperto (o tacere per sempre). E ne trarrebbe grande beneficio l'intero quadro politico cittadino, per il quale l'assenza di leader forti provoca oggi un effetto di sonnolenza assolutamente improprio. Il che significa, però, che la sveglia dovrebbe venire al più presto. Primarie ad horas. Questo almeno, il Pd lo deve a Napoli.

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