domenica 27 settembre 2015

Quattro chiacchiere in Piazzetta

Francesco De Notaris
Filomena Baratto
di Filomena Baratto 

Capri - L’ex senatore Francesco De Notaris, che ha acquistato una copia del mio libro ieri a Capri, mi ha fatto notare, incontrandoci in Piazzetta, che Capri è il luogo meno adatto a "Just Job". La crisi a Capri non è mai esistita, non ha nemmeno sfiorato il luogo, gli affari vanno a gonfie vele, girano fior di quattrini, gli stessi capresi non sanno in che giorno vivono, presi come sono da un lavoro frenetico fino all'ultimo turista. Lì, ieri mattina pensavo ai migranti e i muri in via di costruzione mentre le vetrine di grandi firme e di gioielli brillavano a più non posso sotto gli occhi. E si sa che gli acquirenti di questo benessere sono i nababbi di mezzo mondo, tutti quelli che da soli potrebbero risolvere i problemi degli altri e invece ostentano. A vedere il flusso dei turisti, la ressa davanti ai luoghi di interesse, il costo della pipi', 50 centesimi per volta, il costo per entrare ai giardini di Augusto, il costo per vedere il panorama, viene anche la nausea solo ad affacciarti. "Just job" è un romanzo per la terraferma dove non si vive a stagioni ma ogni giorno per 365 giorni all'anno. Il senatore ha ragione, e mentre lui si è fermato a dire che il romanzo non è adatto a Capri, ma interessante per i tempi che corrono, anzi se ne dovrebbe parlare di più, io ho continuato con la mia osservazione. Se entri in un bar non ti guardano nemmeno in faccia, sei solo un numero, sei un bicchiere o il caffè o il vestito in un negozio.
 
Non conta cosa pensi, da dove vieni, chi sei, conta cosa stai comprando, quanto spendi, quanto tempo impieghi e quando vai via. Capri sembra una miss senza cuore o peggio senza cultura, dove l’abito fa il monaco, le parti creano il badget, ma tutto il resto è inesistente. A Capri contano i soldi e non chi pone i piedi sul suo suolo che può essere il presidente Obama o Beyonce tanto meglio, così i giornali avranno da scriverci e gli altri da farci i selfie. E’ importante lo yacht davanti alla costa, o il personaggio strapagato che porterà altri soldi a te che ne scrivi e lo fotografi. Della crisi qui non c’è nemmeno l’ombra a vedere le processioni di turisti in file ordinate, e se uno si ferma a guardare una vetrina si blocca tutta la fila per cui rallenta la guida, l’acquisto, la vista, tutto. Capri è un business 24 ore su 24 che ha tempo per respirare solo per qualche mese all’anno forse solo novembre e un po’ gennaio. Gli unici mesi in cui gli stessi capresi evadono, vanno via per ricaricarsi e tornare per la nuova stagione. D’altra parte Capri non è diversa da tutte le altre parti del mondo ipervisitate. Sono luoghi d’elite, dove c’è tanto benessere che non c’è bisogno di nulla e dove tutti si confondono. Se vuoi incontrare un editore, basta la piazzetta, così il tennista, o il presidente della Repubblica, ma anche il delegato, il papabile più papabile è lì in mezzo alla folla. A Capri non trovi un extracomunitario, né un passante che chiede l’elemosina, né un seccatore alle calcagna. E’ tutto così maledettamente soft, comodo, stupendo, anche l’aria è quella che si respira in Paradiso. Capri è come una bolla di sapone, e a vedere tanta gente che scorre sotto gli occhi, ti chiedi dove va senza fermarsi nemmeno un attimo per guardarti negli occhi ma solo per immortalare tutto, dal bicchiere all’orologio, dalla pizza alle onde che rinfrangono, alla nave che attracca, al gabbiano che qui sembra un uccello diverso, alle case bianche e al barista che corre. Ma un nesso tra “Just Job” e Capri c’è se, tutti quelli che vivono nel benessere più sfrenato sono dei potenziali Marcello di turno come nel romanzo, che da un momento all’altro perde tutto e allora mi chiedo se in quel caso anche Capri non resti sola con la sua bellezza o non sembri piuttosto un luogo sbiadito dal tempo e dai ricordi. Lo stesso senatore mi perdonerà se, a chiusura del nostro incontro e dopo quello che abbiamo detto, gli abbia scritto come dedica: “Per non dimenticare che oltre Capri c’è anche tutto il resto del mondo”, una frase per ricordare che non si vive di sola ricchezza, ma di tempo, tempo da dedicare agli altri, tempo per guardare la bellezza degli esseri umani oltre che del luogo. Capri è bella solo quando la sua bellezza ti scuote così in profondità da volerla cercare anche nel prossimo. Se visitare Capri è capire tutto questo ed esserne coscienti, tutta la sua bellezza ha un valore inestimabile.

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