domenica 9 aprile 2017

Orlando: senza Napoli il Pd perderà. Il lanciafiamme? Tutti salvi con Renzi

Andrea Orlando
«Ormai siamo al paradosso che il numero di iscritti e di elettori si equivalgono» 

Fonte: Simona Brandolini da Il Corriere del Mezzogiorno 

Domenico Modugno e il minuto di silenzio per la Siria. Il Risorgimento cuperliano e l'illuminismo di Barbara Pollastrini. Maurizio Costanzo e Dario Vergassola. Il vocabolario orlandiano è un mix di passato remoto e presente futuro m ventuno parole. Quelle che scandiscono la conferenza programmatica nazionale della mozione Orlando «che avremmo voluto fare con tutto il Pd, ma ce l'hanno impedito», dice Marco Sarracino dal palco, ex Gd, ex area riformista, ex candidato alle primarie perii Comune di Napoli, ormai lanciatissimo, in quota giovani, portavoce del ministro candidato contro Matteo Renzi. Nome che ri suona parecchie volte nella sala del Palacongressi della Mostra d'Oltremare che, sarà un caso, finora era stato utilizzato a Napoli proprio dall'ex segretario. Si parla di Sud e Napoli, ma sono pochissimi gli indigeni. Sarracino, appunto, Marco Di Lello, Camilla Sgambato e Rosaria Capacchione, Peppe Russo, Peppe Balzamo, don Tonino Pálmese e Gennaro Marasca che sul Pd partenopeo dice: «A Napoli si è perso il contatto non solo con le periferie ma anche con il ceto medio.
 
E si fa opposizione per finta, visto che ci si allea con de Magistris». Orlando che provocatoriamente ha ribattezzato la conferenza napoletana col termine, già infelice per Renzi, «lanciafiamme a», spiega: «Senza Napoli, senza il Sud, il Pd sarà perduto». Il Guardasigilli in città ha perso i suoi pezzi da novanta, a partire da Andrea Cozzolino e Valeria Valente ormai più renziani dei renziani. A un certo punto arriva anche il segretario regionale Assunta Tartaglione, un saluto e via ovviamente, pura diplomazia. Come anche il provinciale Venanzio Carpentieri. Lo slogan della campagna fa il verso al pragmatismo renziano: Fare, fare bene. «C'è stato un tempo in cui Napoli era capitale d'Europa — dice —, noi siamo venuti a trovare la politica. Il Sud e Napoli sono i luoghi dove si moltiplicano sfide e fratture. Bisogna affrontare i problemi e trasformarli in opportunità. Napoli è perduta anche per il Pd, ma senza Napoli il Pd perde. Ormai siamo al paradosso che il numero di iscritti e numero di elettori si equivalgono. Perché ovviamente diminuiscono gli elettori. Qui c'è il più alto numero di preferenze sui voti. Fu annunciato il lanciafiamme non si è visto e quelli contro i quali doveva essere usato ora sono nella maggioranza del partito. Allora lo portiamo noi il lanciafiamme o almeno portiamo un po' di politica». E continua: «Mi dicevano Napoli è complicata, me la sconsigliavano, non sapevano che c'era lo sciopero dei mezzi. Avevo chiesto a tutto il Pd di farla a Napoli. La facciamo noi». Ancora: «Gli italiani si sono sentiti traditi da noi. A Napoli il no ha preso il 70 per cento dei voti quasi quanto Renzi al congresso dei circoli» e giù bordate contro l'avversario che parla da un'altra città del Sud, Bari. «Il 40 per cento delle Europee ci ha dato alla testa, io l'ho detto subito quando tutti tessevano le lodi del capo, la segreteria per due anni non si è riunita. La notizia è che io sarò segretario e riunirò la segreteria». Da candidato più a sinistra dice: «Dove ti sei rintanato Matteo? Esci fuori basta con le canzoncine, confrontiamoci andiamo nelle fabbriche, va bene parlare con Marchionne ma con gli operai quando ci parliamo? Ð tema è come uscire dall'isolamento politico in cui ci siamo cacciati. Nel Pd ormai si chiede a quale corrente vuoi iscriverti, a quale galoppino elettorale appartieni. Non verrò col lanciafiamme, ma con una torcia per stanare uomini e donne il Pd ha bisogno di voi». Riforma del catasto, aggiornamento delle pensioni minime, reddito per chi è sotto la soglia di povertà e anche assunzioni nella pubblica amministrazione, che farebbero la felicità di Vincenzo De Luca. Don Tonino Palmese declina ovviamente la parola antimafia e lo fa senza indulgenza: «Chi muore ammazzato al Sud per essere risarcito deve dire che ti ha ucciso la mafia. C'è l'invidia anche nei confronti di chi ti ha ammazzato. Lo dico con l'amicizia e la stima che mi permette di stare qui e non altrove. Io sono di Ponticelli, lì c'erano due chiese, quella ufficiale e quella del Pci. Bene, io sono prete, mio padre un operaio comunista. Serve un linguaggio di verità. C'a putimme fa', ve lo auguro».

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