martedì 25 settembre 2007

Il volo di Icaro


“ Ma stai attento a non accostarti troppo al Sole, perché si scioglierebbe la cera che tiene salde e unite le ali; e non abbassarti troppo verso il mare, perché l’umidità dell’acqua inzupperebbe le penne e non potresti più risalire ” . Ma Icaro, ancora giovane e dalle belle speranze, non lo ascoltò, inebriato com’era da quel magico volo che gli faceva scorgere già lontane le terre e i mari, e che sempre di più lo avvicinava, esaltandolo, alla voragine dell’infinito, dove si trovano le stelle.
E’ nella natura dell’uomo ambizioso e troppo sicuro di sé voler sfidare la vita e farsi un paio di ali che lo facciano salire sempre più in alto. Non sempre, però, le cose vanno bene; e c’è, appunto, chi ci rimette le penne, se le brucia. Come se le bruciò Icaro, che al Sole si era troppo avvicinato. A Ballarò il Ministro Mastella ha definito il suo Volo di Stato, più famoso di quello di Icaro, incalzato da Gian Antonio Stella l’autore de “la Casta”. Questo libro corrosivo e documentato spiega come la classe dirigente del Paese sia diventata una casta di intoccabili, pronti a sguazzare negli sprechi e nei privilegi delle principali istituzioni statali e delle amministrazioni locali.
Il calore cocente fece sciogliere la cera, le ali fittizie (come fittizie, spesso, sono certe repentine carriere nella società degli umani) persero le troppo precarie penne, e Icaro, che vorticosamente si era alzato nel cielo, precipitò nel mare e vi scomparve. E' questo che vuol significare il mito di Icaro. Ma quando sparirà Mastella?

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