Vico Equense - Se diciamo che è esaurito un intero ciclo politico, quello dell'Unione, la cosa non è senza conseguenze. Cambia tutto, cambia anche la posizione e la prospettiva del Pd. Si entra, in altre parole, in una nuova fase. Da noi l’Unione non è mai decollata, l’alleanza di centrosinistra si basava sull’idea che fosse possibile un compromesso tra centro e sinistra, ciò non è mai avvenuto, per tanti motivi. Se Veltroni ha voglia di nuovo, se è vero che si chiude la stagione di un certo bipolarismo, delle contrapposizioni, della dittatura dei nanetti, tutto questo non deve essere visto come un limite, ma un’occasione. Il punto di svolta però, nelle realtà locali, non è questo, anzi, quando c’è una campagna elettorale di questa portata, il Pd deve dimostrare di saper portare avanti un progetto riformista credibile. Senza nessun segnale di forte discontinuità, anche nelle facce, qual è l’attendibilità? Se tutto questo è vero e ha un senso, se è fallita l’alleanza dell'Unione, non si può non riconoscere che, dentro quel quadro, vi è anche uno specifico insuccesso del modo di fare. Il Pd può presentarsi alle urne, qui da noi, con le stesse facce inamovibili e la solita cultura massimalista, fatta ancora con le denunce? I massimalisti (alcuni non sanno neanche cosa significa) hanno individuato nell’area riformista il proprio nemico, una sorta di allergia da cui liberarsi. La politica, si sa, è l'arte del possibile e dopo averli "eliminati" si sono convertiti al riformismo per riformare con più energia. Per lasciare spazio ai giovani ecc. ecc…
venerdì 8 febbraio 2008
Trasformazioni
Vico Equense - Se diciamo che è esaurito un intero ciclo politico, quello dell'Unione, la cosa non è senza conseguenze. Cambia tutto, cambia anche la posizione e la prospettiva del Pd. Si entra, in altre parole, in una nuova fase. Da noi l’Unione non è mai decollata, l’alleanza di centrosinistra si basava sull’idea che fosse possibile un compromesso tra centro e sinistra, ciò non è mai avvenuto, per tanti motivi. Se Veltroni ha voglia di nuovo, se è vero che si chiude la stagione di un certo bipolarismo, delle contrapposizioni, della dittatura dei nanetti, tutto questo non deve essere visto come un limite, ma un’occasione. Il punto di svolta però, nelle realtà locali, non è questo, anzi, quando c’è una campagna elettorale di questa portata, il Pd deve dimostrare di saper portare avanti un progetto riformista credibile. Senza nessun segnale di forte discontinuità, anche nelle facce, qual è l’attendibilità? Se tutto questo è vero e ha un senso, se è fallita l’alleanza dell'Unione, non si può non riconoscere che, dentro quel quadro, vi è anche uno specifico insuccesso del modo di fare. Il Pd può presentarsi alle urne, qui da noi, con le stesse facce inamovibili e la solita cultura massimalista, fatta ancora con le denunce? I massimalisti (alcuni non sanno neanche cosa significa) hanno individuato nell’area riformista il proprio nemico, una sorta di allergia da cui liberarsi. La politica, si sa, è l'arte del possibile e dopo averli "eliminati" si sono convertiti al riformismo per riformare con più energia. Per lasciare spazio ai giovani ecc. ecc…
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