giovedì 12 febbraio 2009

Amianto, appello per i marittimi

Sorrento - Il senatore Raffaele Lauro ha chiesto al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, significative modifiche alle normative sulla questione dell’«esposizione amianto», che investe i marittimi che chiedono l’accesso ai relativi benefici previdenziali. L’iniziativa è stata motivata dall’opportunità di ovviare alle difficoltà emerse nell’applicazione della normativa in vigore sulla documentazione delle domande che i marittimi sono tenuti a presentare. Un iter quanto mai complicato per tutto ciò che riguarda il tipo di lavoro svolto sulle navi che deve rientrare, per poter usufruire dei benefici di legge, tra le attività previste dal decreto ministeriale del 27 ottobre 2004. Il problema è che questa attività deve essere documentata anche dagli armatori attraverso una dichiarazione da loro rilasciata, ma molti di loro hanno nel frattempo cessato l’attività. Oltre alla richiesta di attestare il curriculum lavorativo, Raffaele Lauro ha proposto che nel decreto ministeriale del 2004 che regola la materia, venga semplificata la documentazione che il marittimo deve presentare limitandola al solo estratto matricolare o al libretto di navigazione. Infatti, l’avvio del procedimento di accertamento e successiva certificazione è ora subordinato agli allegati del curriculum lavorativo, rilasciato dal datore di lavoro, dal quale deve risultare che i marittimi siano stati adibiti a lavori che comportano l’esposizione all’amianto, in modo diretto e abituale, per un periodo non inferiore a otto ore continuative al giorno. La questione degli armatori non più rintracciabili è stata segnalata pure dall’Isema, l’organismo a cui è attribuita la competenza sull’accertamento e sulla certificazione di esposizione all’amianto. La possibilità di allegare copia dell’estratto matricolare o del libretto di navigazione, secondo la richiesta del senatore Lauro, renderebbe per i marittimi meno gravosa la documentazione delle istanze. Peraltro, stando all’attuale normativa per l’accesso ai benefici previdenziali, le attività previste non sono facilmente riconducibili al lavoro svolto sulle navi, anche se va ritenuto che l’esposizione dei marittimi sia stata altamente probabile. Di qui l’ulteriore richiesta di inserire tra le attività che hanno comportato l’esposizione all’amianto il lavoro svolto a bordo di navi, su cui la presenza di amianto nei materiali di costruzione da accertare in relazione alla tecniche impiegate in passato. (Antonino Siniscalchi il Mattino)

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