sabato 17 ottobre 2009
L’ex sindaco Ersilia Salvato: Mio allarme fu inascoltato
“Il mio allarme sul condizionamento della criminalità organizzata nei confronti del mondo politico fu inascoltato, anzi irriso”. Così Ersilia Salvato, ex sindaco di Castellammare di Stabia ricorda con il VELINO la fase in cui ha guidato la città, allora e ancor di più oggi al centro di pericolosi intrecci che hanno portato all'omicidio di un consigliere comunale ucciso – a quanto pare – da un giovane killer iscritto al Partito Democratico. Salvato, Castellammare è nella bufera: che idea si è fatta? “Premesso che vivo più a Roma che a Castellammare, ricordo con rammarico e senza voler sollevare alcuna polemica pretestuosa che quando ero sindaco, uscii dai Ds nel 2005 con una lettera all'allora segretario Fassino nella quale lanciavo l'allarme sulla questione morale in tutta la politica cittadina”. E che cosa le fu risposto? “Non solo non ebbi risposta, ma fui addirittura derisa in città. Constatavo un pericolo: nelle elezioni c'è sempre stato il condizionamento da parte della criminalità, ma nelle ultime amministrative vi è stato in maniera evidente, palese, con i camorristi sotto ai seggi. Lo denunciai anche alla polizia, ma mi dissero che non erano in grado di stabilire se quelle persone realmente condizionassero il voto o meno. Dopo un anno da consigliere, decisi che era meglio dimettermi”. Ora si sono dimessi due consiglieri d'opposizione e il centrodestra chiede la commissione d'accesso. “Le dimissioni dei consiglieri d'opposizione rappresentano un allarme anche se sono state motivate diversamente. Dico solo che, dopo il barbaro assassinio di Tommasino, sarebbe stata utile una commissione d'accesso: il centrodestra otto mesi fa doveva chiederla non ora”. Come può un killer iscriversi al Pd? “Sono sconcertata, forse manca il controllo: in altre epoche prima di iscriversi a un partito c'erano dei filtri, perché i partiti erano molto radicati nel tessuto cittadino. Con la mia giunta avevamo tentato di imprimere una svolta e fummo mandati a casa. Ora va avanti con un Consiglio comunale con crisi striscianti mai emerse veramente”. (Carlo Porcaro il Velino)
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