Baffino ha detto al Corriere della Sera che “se per evitare il processo di Berlusconi devono liberare centinaia di imputati di gravi reati è quasi meglio che facciano una leggina ad personam per limitare il danno all’ordinamento e alla sicurezza del cittadini”. I maligni hanno subito gridato all'inciucio con il Cavaliere. Il Pd ha contestato la tesi di D’Alema secondo cui in nome della riduzione del danno sarebbe meglio che il partito accettasse una “leggina ad personam” per Berlusconi (ad esempio quella sul legittimo impedimento) piuttosto che una con la quale per salvare il premier «si liberano centinaia di imputati di reati gravi» (ad esempio il processo breve). Critico Ignazio Marino. "Chi crede nel Partito Democratico non crede nei tatticismi e in alleanze artificiose. Certo, che dobbiamo lavorare per allargare le alleanze quanto più possibile, ma solo sulla base della condivisione di programmi". D’Alema insiste sulla sue linea sostenendo che «certi inciuci servirebbero anche oggi...», come sono serviti in passato, a partire dalla Costituente. E anche Oscar Luigi Scalfaro non si è detto contrario a una norma «a tutela del premier, a condizione che non ci sia danno a terzi». Il leader dell’Udc Casini condivide la posizione di D’Alema sulla necessità in alcuni momenti di realizzare degli «inciuci» in politica, in particolare, secondo l’ex presidente della Camera, sul tema della giustizia: «Vorremmo che la tematica del disarmo sulla giustizia non fosse affidata agli avvocati di Berlusconi perché il Parlamento non è la sede dello scontro tra magistrati e avvocati di Berlusconi ma è una sede politica, e in politica, ha ragione D’Alema, a volte bisogna tornare a qualche compromesso».
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