giovedì 23 settembre 2010

300mila euro...

Problemi per Gianfranco Fini. Indagini delle autorità caraibiche danno nuove informazioni sulle società off-shore coinvolte nell'affare immobiliare monegasco e sul ruolo di Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna di Fini. In un documento riservato del governo dell'isola di Saint Lucia emerge che il "cognato" del presidente della Camera è il titolare delle due società che comprarono da An per 300mila euro l'immobile di Montecarlo. Secondo il documento, pubblicato dal giornale dominicano El Nacional e rilanciato da Dagospia e da Il Giornale, dopo gli accertamenti sulle società da parte del governo del paradiso fiscale di Saint Lucia "è stato possibile accertare che il proprietario beneficiario della compagnia è il signor Giancarlo Tulliani". La lettera pubblicata si riferisce a un'inchiesta avviata dal ministro della Giustizia di Saint Lucia, inviata il 16 settembre 2010 al capo del governo dell'isola caraibica Stephenson King. Nel documento il ministro spiega il perché dell'interesse governativo alla questione della casa di Montecarlo scaturito dalle informazioni ricevute da "una potenziale pubblicità negativa" a mezzo stampa internazionale. "Ho richiesto al direttore dei servizi finanziari di investigare sulle compagnie di cui si parla (Timara Ltd e Printemps Ltd)", aggiunge il ministro. "La nostra richiesta era dovuta a notizie di stampa di giornali internazionali che coinvolgevano compagnie che operavano della giurisdizione di Saint Lucia" per verificare se fossero state rispettate leggi e regolamenti che governano il settore off shore"."Abbiamo investigato le seguenti compagnie: Printemps Ltd, Timara Ltd e Jaaman Director Ltd. Queste compagnie sono collegate all'acuisto di un appartamento che era di proprietà di un partito politico italiano e che si trovava a Monaco". Mentre gli avvocati del cognato del presidente della Camera smentiscono; i finiani interrompono i colloqui avviati con gli ambasciatori del premier Berlusconi sui temi della giustizia, accusando la stampa vicina al presidente del Consiglio di "dossieraggio". "Da domani tutti con l'elmetto in testa": è la frase attribuita a una delle cosiddette 'colombe' del gruppo di Fini, che spiega come "ormai lo spazio di manovra per gli ambasciatori di pace è diventato residuale".

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