domenica 19 settembre 2010

Rifiuti speciali in vasche interrate nel centro cittadino

Sant’agnello - Obiettivo centrato da parte degli attivisti del wwf sezione penisola sorrentina il cui esposto inoltrato alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha portato al sequestro di un’area di circa 300 metri quadrati dove i militari dell’Arma hanno rinvenuto una serie di vasche interrate all’interno delle quali erano stati sversati materiali di risulta e rifiuti speciali e pericolosi provenienti da una lavanderia industriale dismessa ed al posto della quale è improvvisamente sorta una baraccopoli dalla dubbia legittimità urbanistica. L’operazione è stata condotta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile diretto dal luogotenente Camillo Bernardo e coordinato dal capitano Massimo De Bari della compagnia dell’Arma di Sorrento che oltre a mettere sotto sequestro l’intera area hanno denunciato in stato di libertà un 78enne di Meta di Sorrento gestore della lavanderia dismessa che aveva consentito lo sversamento dei rifiuti speciali all’interno delle vasche interrate. Nell’area in questione che sorge in via Iommella Grande, a ridosso tra il centro cittadino ed il centro storico, in zona A del piano regolatore generale considerata di rispetto ambientale, i carabinieri hanno posto sotto sequestro anche le vasche interrate sormontate a loro volta da 11 tombini attraverso i quali venivano sversati liquidi e rifiuti speciali. All’operazione, che si è conclusa in seguito ad una attività di controllo su delega della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, ha preso parte anche il personale della polizia provinciale di Napoli. Sul luogo del sequestro, adiacente ad un fabbricato di 120 metri quadrati, i carabinieri hanno rinvenuto accantonati all’interno di una baracca in lamiera che occupa una superficie di 30 metri quadrati circa 4 metri cubi di rifiuti inerti probabilmente provenienti da opere di demolizione edilizia eseguite all’interno della stessa area sequestrata e depositati su suolo parzialmente pavimentato. Tutto nasce verso la fine dello scorso mese di luglio quando allertati da una serie di segnalazioni gli attivisti del wwf hanno intrapreso una operazione di intelligence indirizzata a scoprire presunti abusi edilizi in una vasta area che fino al 2009 ospitava una grossa struttura in capanni e baracche di lamiera fissate su tubolari di ferro e pali di castagno, il tutto a servizio della lavanderia industriale “Iris” che serviva decine di alberghi della costiera. Dopo lo smantellamento dell’attività era misteriosamente scomparsa la maggiore parte dei rifiuti speciali e ferrosi derivanti dalla demolizione della lavanderia industriale, ad eccezione di una piccola quantità ancora presente sul suolo. Una parte dei detriti e residui prodotti dalla lavanderia sembravano essere stati sversati all’interno di un pozzo artesiano con il grave rischio di provocare un inquinamento della falde acquifere oltre ad un enorme danno ambientale. A svelare l’arcano sono stata i carabinieri che ieri mattina hanno portato allo scoperto una serie di vasche interrate all’interno delle quali sono stati rinvenuti occultati i materiali scomparsi. (di Vincenzo Maresca il Giornale di Napoli)

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