martedì 11 gennaio 2011

Bassolino inedito: più veleno per Veltroni che per Berlusconi

È ufficiale: il 20 gennaio esce il libro di Antonio Bassolino. Si chiama Napoli Italia. In copertina una bandiera italiana appesa ad un filo, come un panno steso nei Quartieri Spagnoli. Si sa poco questo libro. Di certo sarà un viaggio umano e politico, a partire dal ’ 92, quando torna a Napoli da commissario della Federazione Pci via dei Fiorentini, squassata da Tangentopoli, fino alla vittoria del centrodestra a Palazzo Santa Lucia. Viene da chiedersi: un libro di Bassolino a cosa potrebbe servire? a chi? Sicuramente all’autore. A ristabilire alcune verità, a riequilibrare taluni giudizi, ad anticiparne, in vista delle comunali, altri. Allo scopo, ci sono i rapporti personali con Prodi e Berlusconi. Quello con D’Alema, che lo volle nel ’ 98 con lui al governo. E il più tormentato, con Veltroni. Ci sarà solitudine del leader e alcuni retroscena delle trattative politiche. Ma il tema generale lo dà il titolo stesso: Napoli Italia vuol dire che la metropoli campana non può essere spiegata se non alla luce dei fatti nazionali. Ma anche che Napoli non è una questione solo meridionale. Tutt’altro. E ancora che Napoli può essere ancora un laboratorio politico, in vista delle amministrative. Soprattutto negli ultimi mesi del governo regionale l’ex presidente ha lamentato il fatto di essere stato sacrificato per gli equilibri nazionali, per tenere in piedi le alleanze romane. Perché non suoni come giustificazione dovrebbe portare prove di questa tesi. E allora ecco i rapporti personali. Quelli con Prodi. Fu proprio al leader bolognese che Bassolino confidò nel 2005 tutta la sua preoccupazione per il secondo mandato alla Regione. Non voleva ricandidarsi, l’ex governatore. Intuendo, forse, che quello sarebbe stato l’inizio di una sconfitta. Di Berlusconi, poi, Bassolino è stato alleato istituzionale. Non ha mai fatto mistero del rapporto privilegiato e del fatto che il governo di centrodestra ha aiutato Campania, in piena emergenza rifiuti, più del precedente di centrosinistra. Come, tatticamente, ha sempre considerato l’antiberlusconismo figlio di una miopia e non un’arma d’opposizione. Non è un caso che al premier Bassolino destinò un irrituale chapeau. Più difficili, invece, i rapporti con i compagni di partito. A cominciare da quello altalenante con D’Alema, che definì i sindaci del 93, eletti direttamente dai cittadini, «cacicchi». Forsanche per recuperare, però, nel ’ 98 Massimo D’Alema chiamò Bassolino al dicastero del Lavoro. E quel doppio mandato da sindaco-ministro è stato uno dei grandi errori politici commessi dall’ex governatore. Infine Veltroni e il Pd. L’episodio più increscioso del rapporto tra i due riguarda sicuramente piazza del Plebiscito e la chiusura della campagna elettorale per le politiche del 2008. Piena emergenza rifiuti. Questo è lo scenario in cui si celebrano le elezioni in Campania. Lo staff del candidato democratico fa sapere all’allora presidente che solo Veltroni e D’Alema (all’epoca capolista in Campania) saliranno su quel palco. Non è gradita la presenza né di Bassolino né della Iervolino. Comincia il tam tam giornalistico. Andrà o non andrà in piazza? È la domanda ricorrente. Le cronache di quel giorno raccontano l’arrivo, a sorpresa, del governatore nella piazza dove ha parlato tante volte. Un finto abbraccio tra lui Veltroni e poi Bassolino in mezzo ai napoletani ad ascoltare il comizio. Uno schiaffo vero e mai perdonato. Ma forse l’uscita di Napoli Italia attesa più per sapere cosa e chi manca. Nelle omissioni c’è spesso ancora più forza. Un’ultima curiosità. Napoli Italia è anche il titolo di uno degli ultimi blog del governatore. Quello dedicato all’amico Angelo Vassallo, il sindaco di Acciaroli, ucciso ad Acciaroli. (Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno)

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