domenica 30 gennaio 2011

Amendola: «Facciano entrambi un passo indietro non è un invito ma un imperativo»

È per l’appello («che non è un semlice invito») di Bersani «a un passo indietro». Al contempo però il segretario campano pd Enzo Amendola chiede alla commissione di dare un risultato. E sul rischio di avere due candidati pd, ovvero Cozzolino e Ranieri, avverte: «La sfida di San Giacomo sarebbe già segnata». Segretario il Pd è finito in un cul de sac: nessun vincitore e i due contendenti s’attaccano. «Lo dico con chiarezza. L’appello di Bersani, a fare un passo indietro, che io condivido, non è un invito ai buoni sentimenti ma è la condizione politica per uscire dall’impasse, la condizione per riunire la coalizione e tentare di allargarla. Parallelamente la commissione di garanzia faccia il suo lavoro: lo dobbiamo ai 45 mila votanti ed è necessario per fare chiarezza. E, soprattutto, fare luci sulle ombre e sui possibili mali di una politica che non ci deve appartenere». Ma la commissione si è sciolta. «Non si è sciolta: deve lavorare al riparo delle tifoserie e, con un saggio lavoro, portare a spegnimento le bollenti polemiche di questi giorni». Converrà che i toni sono troppo accesi. «Per esperienza non ho paura per questi toni. Bisogna distinguere le accuse gravi ma su questo ci sono gli organi competenti a fare chiarezza. Ma la difficoltà è che con questo clima è difficile trovare una via d’uscita che garantisca l’unità della coalizione». E ha pagato Tremante. «Lo ringrazio per il sacrificio fatto. Cui spero segua un bisogno di serenità e chiarimento nel Pd napoletano. Il commissariamento non azzera la responsabilità e l’impegno dei gruppi dirigenti e degli eletti nel ricercare soluzioni all’altezza della sfida». Il centrodestra vi attacca per le primarie finite in rissa e un sondaggio vi dà un secco 30 per cento. «Parto dalla fine. Il risultato della ricerca non mi sorprende: è frutto di un lavoro di ricostruzione e presenza spinta ad aprire un nuovo ciclo. Tanti giovani nel Pd di Napoli al lavoro per recuperare sobrietà sul terreno del tesseramento e della partecipazione. Un risultato figlio di una campagna per le primarie dove tutti hanno lavorato per ridurre la distanza dalla politica. A Martusciello e Gasparri, invece, dico di farsi gli affari loro. Guerra tra bande? Guardino ai metodi del coordinatore regionale ed ai comuni della provincia che stanno saltando come birilli». Il caos primarie ha creato un terremoto nel Pd nazionale. «Napoli non è una vicenda locale, ciò che accade qui ha ripercussione nel Paese, struttura l’opinione pubblica nazionale. Non a caso, avevo insistito tanto affinché l’assemblea nazionale si facesse qui. A maggior ragione l’uscita da questa vicenda dobbiamo saperlo sarà cartina di tornasole per il Pd nazionale. È evidente una necessità di riforma delle primarie che io considero uno strumento valido. Servono nuove regole come ha suggerito il giudice Cantone». ll Pd corre il rischio di avere 2 candidati? «Si vincesse c’è una coalizione e un partito in campo. Se ci sono più candidati e mini coalizioni abbiamo già rinunciato a battere il centrodestra». (di Adolfo Pappalardo da il Mattino)

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