Vico Equense - Questo post vuole offrire una riflessione sulla strategia comunicativa che il candidato del centro sinistra sta mettendo in atto nella corsa a Sindaco della Città. Il suo nome, il 23 gennaio, sarà reso pubblico. Per il momento possiamo ragionare solo sul colore dei manifesti. E' da anni che l’arancio va di moda in politica. L’arancione è, infatti, il colore del riformismo. Una scelta cromatica che sembra scaturire da una precisa evoluzione storica: il “rosso rivoluzionario” del comunismo s' incontra con il “bianco moderato” dei popolari. Per la verità a scegliere per primo il colore arancione fu il leader dell'Udeur Clemente Mastella che lanciò la moda nel corso di una delle tante riuscite Feste del campanile a Telese. Poi - a causa anche delle traversie politico-giudiziarie del partito - quel look è in pratica scomparso. L' arancione non sembra porti tanto bene, francamente. In Ucraina, la rivoluzione arancione è fallita. Colore della bandiera dei coloni della Striscia di Gaza (anche lì, non benissimo). Recentemente è gradito anche a destra. I futuristi milanesi a fine ottobre hanno accolto Gianfranco Fini, per il suo primo convegno nel capoluogo lombardo, indossando t-shirt di colore arancione, in ricordo, proprio, della rivolta ucraina. Anche Forza Sud, il nuovo movimento di Gianfranco Micciché, sceglie questo colore. A me, invece, fa venire in mente il conto arancio, quello dello slogan, “mettetevelo nella zucca"...
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