Castellammare di Stabia - Anche i biologi che fino a poco tempo fa lavoravano nei laboratori degli ospedali dell’ex Asl Napoli 5 oggi tra i lavoratori con un reddito minimo o pari a zero. Nessuna manifestazione in piazza, per ora, ma una lettera dai toni accesi in cui si chiede una rapida soluzione e rispetto per la «professionalità acquisita sul campo, mortificata ed emarginata» dai contratti senza futuro. Così, nel nuovo tavolo tecnico sulla sanità regionale - previsto nelle prossime settimane – i biologi chiedono al presidente Caldoro di «Farsi carico di un provvedimento specifico affinché la nostra azienda possa richiamarci in servizio, anche se a titolo provvisorio». Da mesi la loro nomina è al centro di una diatriba tra Regione Campania e governo. Secondo la legge regionale, i biologi, inquadrati come dirigenti, non rientrerebbero nel piano di stabilizzazione dei precari; e per il momento restano fuori dal sistema sanitario. Così, ieri mattina, sulla scrivania del Governatore la lettera-protesta: «Nell’accordo siglato lo scorso 29 dicembre - spiega il biologo Michele Avino, a nome degli altri colleghi - le controparti concordarono e disposero di consentire le proroghe lavorative a tutto il personale sanitario in scadenza di contratto, compreso il personale dirigenziale a rapporto di lavoro subordinato, prefigurandosi un’eventuale futura stabilizzazione anche per il personale dirigenziale in possesso dei requisiti previsti dalle norme vigenti in materia». Con oltre tre anni di lavoro presso le strutture sanitarie dell’azienda locale, i requisiti per avviare l’assunzione, dunque, non mancherebbero. «Noi biologi ex dipendenti precari ospedalieri Asl Na 3 Sud – si legge nella lettera inviata al presidente della Regione – pur essendo per anzianità di servizio veterani, siamo, paradossalmente, forse gli unici biologi ex dipendenti precari di questa Regione a non essere stati mantenuti in servizio, tenuti fermi dalla nostra azienda dal 2007, in ottemperanza a disposizioni regionali previste dal Piano di rientro dal disavanzo». «La vicenda dei biologi ex precari si inquadra in una problematica molto più ampia - spiega Salvatore Altieri segretario generale della funzione pubblica di Napoli per la Cisl - . Nel 2007 ben oltre 300 unità di precari furono licenziate nella ex Asl Napoli 5. Un caso unico in tutta la Regione Campania. Purtroppo, nonostante il nostro impegno, non si è riusciti a trovare uno strumento normativo adatto alla loro situazione e a porre rimedio per questa palese ingiustizia». In attesa di risposte anche la stessa Asl Napoli 3 sud. «La questione del precariato non riguarda solo i biologi ma anche alcuni medici - spiega Franklin Picker, dello staff della direzione dell’Asl –. Dato che il governo ha impugnato la legge per la parte che riguarda i dirigenti siamo in attesa di capire come si svilupperà la vicenda ma il nostro servizio personale, per il momento, non ha ricevuto alcuna comunicazione». Intanto, sempre dalla Regione, altre direttive - a sostegno del contenimento della spesa - indicherebbero un accorpamento dei laboratori di analisi in strutture più grandi. Resta però il problema della carenza di personale. «Negli ultimi due anni - scrivono però i biologi - abbiamo dovuto subire l’ulteriore onta di essere stati rimpiazzati in qualche ospedale della nostra Asl da personale biologo della specialistica ambulatoriale con contratti a termine, a cui bisogna aggiungere, sempre nello stesso periodo, il reiterato ricorso a molte ore di straordinario elargite ad alcuni nostri colleghi dipendenti di ruolo, per coprire turni scoperti di urgenza ed emergenza nelle medesime strutture. E, sempre nell’ultimo biennio, abbiamo dovuto assistere a un ricorso a piene mani di fondi della specialistica ambulatoriale, per pagare numerose ore di sostituzione di personale operante in strutture ospedaliere dell’Asl Na 3sud». (Maria Elefante il Mattino)
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