mercoledì 4 dicembre 2013

«Ecomostro, un altro progetto folle»

Vas contro l’ipotesi di abbattere il gigante di cemento e realizzare un’opera pubblica 

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis 

Vico Equense - «Una follia. Abbattere l’Ecomostro, espropriare l’area e costruirci un’altra maxi opera, ma di interesse pubblico, è un progetto che contrasteremo senza sosta. Al massimo, lì, dopo l’abbattimento dello scheletro di cemento, si può piantumare della macchia mediterranea. Ma non di più». E’ l’attacco del coordinatore del circolo Vas di Vico Equense, Franco Cuomo, che ieri, con un comunicato stampa, si è scagliato contro l’ipotesi progettuale vagliata a braccetto dai Comuni di Meta e Vico Equense per riqualificare la zona dove sorge, da quasi cinquant’anni, l’Ecomostro. Un gigante di cemento che «distrugge» la bellezza della conca di Meta e su cui, da anni, è in corso un’intricata battaglia per la demolizione e l’eventuale demolizione. Scrive Cuomo: «I miei timori, su una ripresa di interesse, alla fine erano fondati. Leggo da qualche giorno di un ritorno di “idee” e “progetti” per l’Ecomostro di Alimuri e sconcerta apprendere che il Comune di Vico Equense e quello di Meta starebbero pensando di raccogliere fondi (europei?) per espropriare l’area, al fine di demolire la struttura e – que sta è certamente la notizia che inquieta di più – “realizzare una maxi-opera di pubblico interesse”. I Vas, sette anni fa, furono i primi a denunciare l’operazione avallata dall’allora ministro Rutelli, insieme alla Regione Campania e al Comune di Vico Equense e alla famiglia Normale proprietaria dell’immobile, ovvero demolire lo scheletro di cemento e realizzare un complesso di pari volumetria in un’area di Vico Equense e un complesso balneare sul sito dove sorgeva l’Ecomostro dopo aver messo in sicurezza la montagna. Ora, si apprende con sconcerto, che qualcuno, “mutatis mutandis”, ripropone un disegno che sembrava accantonato definitivamente, ovvero che si vuole demolire e realizzare - in un luogo che l’Autorità di Bacino del Sarno dichiarò estremamente pericolosa -, una maxi opera di pubblico interesse».
 
Insomma, il quadro è molto chiaro. Gli ambientalisti non ci stanno e preannunciano di essere pronti a tornare in prima linea: «I Vas si chiedono, a chi sarà mai venuta un’idea del genere? Mettere in sicurezza un costone a falesie calcaree è quasi impossibile: il costone è perennemente a rischio crolli. Per i Vas l’unica cosa da fare è demolire quello scheletro e vietare l’accesso a tutta la zona prevedendo al massimo una ripiantumazione a macchia mediterranea là dove essa è possibile e niente altro. Colpiscono, in questa notizia, la sicumera con la quale si presenta questa operazione e la baldanza nella dichiarazione di utilizzare fondi europei per la realizzazione di questa “maxi- opera di pubblica utilità” che non si capisce ancora bene cosa potrebbe essere. Per i Vas quella zona è e resta una zona ad altissimo rischio idrogeologico! Prevedere interventi in quell’area è assolutamente da folli! I Vas avverseranno con tutte le forze possibili un disegno del genere così come già fecero per il progetto precedente! ». La polemica è riscoppiata anche dopo una recente sentenza giunta dal Tar della Campania che ha respinto il ricorso della Sa.an., la società che nel 2008, da proprietaria dell’immobile, si appellò ai giudici per impugnare il «no» arrivato in sede di conferenza di servizi sull’accordo Rutelli datato 1997 che prevedeva la demolizione dell’Ecomostro, la possibilità di realizzare un lido lì dove c’è lo scheletro di cemento con l’opportunità, per i proprietari della struttura, di costruire a Vico Equense un albergo di pari volumetria.

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