di Antonio Amato, Presidente Commissione Bonifiche Regione Campania
Regione Campania - Abbiamo concordato con il Presidente della commissione bicamerale Ecomafie on. Alessandro Bratti l’invio di una relazione da parte della Commissione che presiedo sulla disastrosa situazione ambientale in cui versa il territorio del Parco nazionale del Vesuvio e i rischi per la sua popolazione.
Oggi insieme alla Consigliera on.Anita Sala, Componente della Commissione che presiedo, ed ai rappresentanti di Legambiente e dei Comitati dell’area vesuviana e di Sindaci e Amministratori dei comuni di Torre del Greco, Somma Vesuviana e Trecase abbiamo effettuato sopralluoghi sulle ex discariche denominate: Porcilaia ( Torre del Greco –Trecase ) e Fungaia ( Somma Vesuviana- Ottaviano ) .
Queste discariche furono attivate alla fine degli anni 80 per ricevere circa 300mila tonnellate di rifiuti solidi urbani.
Si stimano ad oggi una quantità non meno di 3 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani, mai caratterizzati di cui parte speciali e pericolosi.
Questi siti sono abbandonati al proprio destino da anni di sversamenti che si sono perpetrati giorno dopo giorno nella totale assenza di controlli.
Oggi è terminato un ulteriore giro di sopralluoghi programmato dalla terza Commissione speciale bonifiche ed ecomafie iniziato nel mese di novembre 2014 a partire dalle ex discariche di area Pozzelle (ex cava sari) in località Terzigno, Amendola Formisano ad Ercolano. A cava Montone (Ercolano) sequestrata dalla Magistratura, sono state ritrovate e disotterrate decine di tonnellate di fusti con rifiuti pericolosi di probabile provenienza dal nord Italia con pezzi di lamiera riferibili ad un intero rimorchio, il sopralluogo è stato effettuato con l’autorizzazione della Magistratura e con il supporto dei carabinieri del Noe.
Anche nel Parco nazionale del Vesuvio, come confermato dalle dichiarazioni dei pentiti, la camorra ha avuto un ruolo primario nella gestione del ciclo dei rifiuti “ legale” e per lo sversamento di rifiuti speciali pericolosi provenienti da fabbriche locali ma anche e soprattutto da industrie del nord.
Da questo quadro emerge che la problematica ambientale del Parco del Vesuvio è un tema che deve interessare in modo diretto il Governo Nazionale. Lo stanziamento dei 5,7 milioni di euro richiamato, tra l’altro non ancora disponile, risulta insufficiente, accertate le dimensioni del disastro ambientale vesuviano, ed è solo un palliativo, che non appare in grado di dare una soluzione definitiva agli enormi e complessi problemi che quel territorio e la sua popolazione vive da innumerevoli anni. Non è possibile consentire che queste risorse siano spese per altri inutili consulenze. E’ necessario che si stabiliscano priorità circa il controllo , le caratterizzazioni, la messa in sicurezza , il prelievo di cumuli di rifiuti speciali ( soprattutto amianto) sparsi per il territorio con relative bonifiche.
L’ARPAC dovrà svolgere un ruolo determinante.
Ci impegniamo ad istituire un tavolo operativo con i decisori regionali e con i Sindaci del Parco del Vesuvio e l’Ente Parco, in uno con la partecipazione di stakeholder territoriali, per definire una strategia comune di sollecito e di intervento strategico per reperire e destinare risorse per la immediata caratterizzazione e pronta messa in sicurezza del territorio del Parco sia per quanto riguarda le discariche e i terreni a rischio mappati, sia per tutte quelle innumerevoli aree di discariche di rifiuti urbani e pericolosi di cui comitati, associazioni e cittadini continuamente ci segnalano.
Il tutto a tutela del lavoro enorme di produttori e operatori dell’indotto agro economico che con grande difficoltà e con poco sostegno riescono a portare sulle tavole di tutto il mondo i prodotti del Vesuvio.
Per questo già abbiamo interessato i Ministeri dell’Ambiente e della Salute. Faremo pervenire gli atti acquisiti in tutte le audizioni e i sopralluoghi eseguiti alla Commissione bicamerale Ecomafie del Parlamento, nella persona del Presidente, on. Alessandro Bratti, già attenzionato sulla problematica e con la Commissione dallo stesso presieduta, concorderemo, un sopralluogo nel Parco Nazionale del Vesuvio per accertare responsabilità ed avviare in piena sintonia col Parlamento e col Governo nazionale una strategia di tutela dell’ambiente vesuviano e dei suoi cittadini.
Riteniamo infine che l’area del Litorale vesuviano in cui insiste il Parco del Vesuvio si elevi a questione nazionale ritornando normativamente e nei fatti ad essere riclassificata come Sito di interesse Nazionale (SIN).
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