domenica 6 novembre 2016

La cucina di Snoopy. Frittelle di zucca

di Filomena Baratto

Vico Equense - La zucca da un po’ di anni viene martoriata per la notte di Halloween, da quando si commemorano i morti in modo alternativo, sì alla Michael Jackson, mettendo in giro le luci nella scorza scavata e spolpata della zucca. In cucina è veramente versatile, la si può usare in tanti modi, per ricette dolci o salate, per parmigiane o tortelle, cheescake e frittelle, panini e ancora come semplice verdura di contorno. Le proprietà della zucca sono infinite: pochissime calorie, contiene antiossidanti, aiuta la rigenerazione cellulare, ritarda l’invecchiamento, contiene ancora vitamina C, vitamina E, sali minerali ed enzimi benefici. E pensare che un tempo la odiavo. Un giorno mia madre mi mandò a scuola con la zucca al posto del secondo, ben sapendo che non la gradivo. Ero in prima elementare, in un istituto religioso. Quando aprii la scodella, in mezzo ai miei compagni di classe, visto l’obbrobrio che si presentava ai miei occhi, nemmeno il tempo di annusare, avevo già riposto tutto nello zainetto. Ma quando passò Suor Teresa, nel suo giro di perlustrazione “scodelle pulite”, i miei compagni le riferirono che non avevo mangiato la zucca. Fu una tragedia! Rimasi da sola in quel refettorio immenso a mangiare ed erano più i lacrimoni che la zucca che riuscivo a ingoiare. Era tale il disgusto che impiegai un’ora per finirla. Distrutta più che rifocillata, ritornai in classe dove la maestra Gelsomina mi accolse come una pellegrina. Ma durante il percorso di ritorno a casa, mi caricai come quando si mette una pallottola in canna e appena aperta la porta di casa aggredii mia madre a parole, a calci e lanciando lo zainetto sotto il soffitto. Lei rideva, mentre io mi disperavo.
 
Da allora non l’ho mai più mangiata, disgustata da quella volta. Mia madre diceva sempre che bisogna mangiare tutto, che a tavola non si tollerano vizi, il cibo è una benedizione. E difatti lei è riuscita nell’intento, ma quel brutto ricordo offusca un po’ la sua teoria, visti i mezzi per approntarla. Mi sono rieducata alla zucca da quando ho assaggiato alcune prelibatezze fatte con questo alimento e saranno ormai diversi anni. Ora ho cancellato il ricordo e la cucino in mille modi. Oggi ho deciso per le frittelle di zucca, deliziose cucchiaiate di morbida pasta lievitata e fritta. La ricetta prevede un Kg di zucca per un kg di farina tipo 0. Tagliare la zucca a pezzetti e raccoglierla in una carta per alimenti, poi chiuderla e metterla nel forno ben caldo. Lasciarla per 40 minuti e dopo spegnere. Una volta raffreddata passarla nel mixer molto grossolanamente e raccoglierla in un recipiente. Aggiungerci 20 g. di lievito di birra ben sciolto e il succo di tre arance, 3 uova, poi il sale, tre cucchiai di zucchero e in ultimo 1 kg di farina. Impastare facendo attenzione che non si formino grumi. Dopo aver amalgamato bene, lasciare a riposo per un paio d’ore. La pasta lieviterà lentamente fino a raggiungere l’orlo del recipiente, solo allora cominciare a friggere. Ieri sera, quando ho preparato le frittelle ho ripensato a Suor Teresa: che coraggio che ebbe! Ma anche a mia madre, convinta dei suoi metodi educativi infallibili. Sicuramente avrei imparato lo stesso a mangiare la zucca, anche senza quella tortura. Ah, dulcis in fundo, nella zucca mangiata in quel refettorio horror, c’era anche il peperoncino, giusto per dire che i supplizi erano due!

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