domenica 24 giugno 2018

Bandiere blu al veleno «S`indaghi sui criteri»

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Per il Codacons non ci sono dubbi: la Bandiera blu, in Campania come nel resto d'Italia, non può essere considerata garanzia di mare pulito e di alta qualità dei servizi offerti ai bagnanti. Troppo netto l'aumento di vessilli assegnati dalla Foundation for environmetal education alle località balneari nel corso degli anni. Poco limpidi i criteri di attribuzione così come i rapporti instaurati tra la stessa Fee e alcuni Comuni. È sulla base di questi sospetti che l'associazione dei consumatori ha chiesto ad Anac, Antitrust e Procure (incluse quelle di Napoli e Salerno) di far luce sulla procedura di rilascio della Bandiera. Secca la replica di Claudio Mazza, presidente di Fee Italia, per il quale l'esposto del Codacons «discredita l'operato trasparente di chi è in prima linea per la difesa dell'ambiente».
IL CASO 
La principale perplessità avanzata dall'associazione riguarda «i rapporti economici esistenti tra la Fee Italia e i Comuni»: questi ultimi, sebbene l'assegnazione della Bandiera Blu sia formalmente gratuita, sarebbero di fatto tenuti a erogare corsi di formazione nelle scuole attraverso la Fee. «Se cosi dovesse essere spiegano dal Codacons - si dovrebbero chiarire l'iter amministrativo che ha determinato l'accordo e la procedura di valutazione delle acque».

Illazioni che i vertici italiani della fondazione rispediscono al mittente: «Non prendiamo un euro dai Comuni ne accettiamo da loro ospitalità durante i controlli - precisa Claudio Mazza - La Fee non eroga corsi di formazione, ma si limita a organizzare incontri gratuiti di carattere tecnico con le amministrazioni che ambiscono alla Bandiera». In altri termini, sui Comuni graverebbero solo i costi delle iniziative indispensabili per rientrare nei parametri seguiti dalla Fee. Inclusi i compensi da versare ai consulenti esterni eventualmente incaricati di compilare i questionari da sottoporre alla fondazione. L'unico rapporto di carattere economico tra la Fee e le amministrazioni locali riguarderebbe le Bandiere. Solitamente, infatti, la fondazione dona un vessillo a ciascun Comune assegnatario. Se quest'ultimo ne desidera altri, può richiederli e ottenerli dalla stessa Fee al prezzo di 36 euro più Iva. «Ma questa - si difende Mazza - non è l'attività preminente della fondazione, bensì un servizio reso ai Comuni».
I RICONOSCIMENTI 
A insospettire il Codacons è pure il crescente numero di lidi premiati col vessillo. Nel 2016 erano 293 in tutta Italia, aumentati fino a 342 nel 2017 e fino a 368 nel 2018. Tra questi, casi ritenuti anomali come quello di Sellia Marina, località calabrese al centro di denunce per l'inquinamento delle acque. Perplessità anche sulla Campania che quest'anno ha visto lievitare da 15 a 18 il numero delle Bandiere Blu: tra le new-entry Sorrento, dove nel 2015 scattò un divieto di balneazione dovuto a sversamenti di materiale fecale in mare. «I vessilli indirizzano migliaia di utenti verso le località premiate modificandone le scelte economiche con enormi ripercussioni per la Tra le bandiere nel mirino c'è anche Sorrento collettività - sottolinea il presidente campano del Codacons Enrico Marchetti - Perciò bisogna approfondire le procedure di assegnazione così come il loro aumento». Ma come opera, su questo fronte, la Fee? Disciplinare alla mano, la Bandiera Blu viene attribuita da una commissione in autonomia e secondo una procedura certificata; quanto alle acque, esse vengono valutate in base ai test effettuati dalle Agenzie regionali per la protezione ambientale. «Tutte le località premiate rientrano negli standard contemplati dalla Fee» conclude il presidente Mazza.

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