sabato 30 giugno 2018

Pompei Pride attesi in 5000 in piazza anche Monica Cirinnà

Rientrate le polemiche con la Chiesa, che però auspica "compostezza" Su Fb minacce ai gay di Forza Nuova 

Fonte: Giuseppe Del Bello da La Repubblica Napoli

Pompei - Il concentramento è oggi alle 15,30 in piazza Falcone e Borsellino, lo start del corteo è previsto un'ora dopo in via Carlo Alberto. E poi in almeno cinquemila sfileranno per via Carlo Alberto, piazza Bartolo Longo, via Roma e via Plinio, fino a piazza Esedra dove l'orgoglio della libertà sessuale e contro ogni transomofobia troverà la sua sintesi negli interventi conclusivi. È il Gay Pride-Pompei che si tiene nella città del Rosario dopo un sottile braccio di ferro tra gli organizzatori della kermesse e alcuni rappresentanti delle istituzioni cittadine poco propensi ad autorizzare la manifestazione. La prima opposizione era arrivata dalla Chiesa che avrebbe voluto evitare un accostamento cosi "profano" a fedeli e pellegrini. Nulla di ufficiale, come spiega Antonello Anteo Sannino, presidente di Arcigay Napoli, ma tentativi di bloccare corteo e manifestazione c'erano stati, eccome. «Non abbiamo avuto un veto, ma non volevano farci passare davanti al santuario. Per con vincerci, ci hanno proposto un percorso alternativo, ma nell'area extraurbana. Poi però, l'atteggiamento intransigente ha ceduto il passo alla tolleranza, tanto che è arrivato anche il patrocinio del Comune». Ma se da una parte, la Diocesi si rivela permissiva, dall'altra richiama a un comportamento composto.
 
Ed è di ieri la nota che esprime «solidarietà e accoglienza della Chiesa di Pompei secondo l'insegnamento del Papa» perché «ogni persona, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni ingiusta discriminazione, particolarmente ogni forma di aggressione e violenza». Poi però, sempre dalla Diocesi arriva l'invito, sotto forma di «auspicio» a rispettare «le convinzioni dei credenti, anche attraverso modalità e gesti che caratterizzano le manifestazioni a Pompei, città di fede e cultura». Il Gay Pride di oggi, il più rappresentativo perché regionale, arriva dopo quelli di Avellino, Salerno e Caserta, e prima di quello cittadino di Napoli in programma sabato 14 luglio. Eventi pacifici ma che, in qualche caso, sono stati preceduti da polemiche e veti. Talvolta vere e proprie dichiarazioni di guerra. Come quella espressa a marzo da Forza Nuova per bloccare l'evento di oggi nella città mariana, oltre a tanta società civile, gay, lesbiche, bisex e trans (lgtb). Una minaccia affidata a un post pubblicato su Fbdal responsabile napoletano del movimento neofascista Salvatore Pacella: «Se venite a frocieggiare fuori il santuario vi pigliamo a calci sulle gengive (non altrove, perché potreste provare piacere)». Righe di odio che prendevano di mira lo stesso Sannino e l'as sociazione che rappresenta, guadagnandosi tanto di denuncia alle forze dell'ordine. Il Pompei Pride 2018 vuole esser portavoce di precise richieste. E tra queste l'approvazione della legge regionale contro la transomofobia, il supporto a strutture di accoglienza per persone lgtb vittime di discriminazioni legate all'identità sessuale, interventi nelle scuole contro il pregiudizio omofobico e transfobico, campagne di sensibilizzazione per il contrasto al bullismo, formazione per una scuola più laica e diritto alla salute delle persone Igtb, Ieri è arrivata a Pompei per partecipare al Pride anche la senatrice Monica Cirinnà, firmataria della legge sulle unioni civili che porta il suo nome. «La stagione dei Pride è iniziata a Roma con mezzo milione di persone - attacca - Oggi bisogna rivendicare libertà e uguaglianza davanti al pericolosissimo vento nero che soffia sul Paese». Poi, riferendosi all'attuale governo, paventa i messaggi «pericolosi e inquietanti, secondo cui le famiglie arcobaleno non esistono, i rom vanno schedati, e gli immigrati respinti. Migliaia di famiglie e persone non chiedono di essere tollerate ma pari dignità. Pride vuoi dire orgoglio e rispetto dei diritti e dell'artico lo 3 della costituzione: se ne facciano una ragione tutti i benpensanti. Di destra, sinistra, centro, in chiesa e fuori, E anche i bigotti che militano nel mio partito».

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