Sara pure che si tratta di commissariamenti di natura diversa (parliamo di quelli che avvengono per i Comuni sciolti per sospetti di infiltrazione mafiosa) ed evidentemente di tutt'altra gravita, ma il ricorso ad essi è diventato, negli anni, sempre più frequente in Campania. Lo conferma il dossier di AgiOpenpolis. La Regione più coinvolta è stata la Campania, con 533 commissariamenti (il 18,70% del totale) dall'inizio del nuovo millennio. Mentre molto distanziate risultano le altre regioni, a partire dalla Lombardia, con 378 provvedimenti (il 13,26% del totale); la Calabria, con 355 (12,45%); la Puglia, con 267 (9,37%); il Piemonte con 255 (8,94%) e il Lazio con 231 (8,10%). Oltre il 50% dei commissariamenti dal 2001 ad oggi hanno riguardato Comuni del Sud Italia, un dato che l'anno scorso ha superato il 60%. A livello di macro aree i Comuni del centro Italia sono stati storicamente meno coinvolti dal fenomeno, rappresentando in media il 13% dei commissariamenti annui: più alte le percentuali del Nord e del Sud, isole incluse. «Significativo sotto quest'aspetto —viene rimarcato dal dossier — il fatto che dal 2010 ad oggi i dati del Nord Italia siano in crescita, segnando, almeno dal punto di vista generale, un leggero cambio di tendenza: tra il 2001 e il 2009, infatti, l'incidenza dei Comuni del Nord era in media del 31,21%, dal 2010 ad oggi la percentuale è salita al 35% facendo di fatto scendere dal 56 al 51% l'incidenza dei Comuni del Sud e delle isole». Ma la vera, grande differenza riguarda l'incidenza del fenomeno all'interno delle singole regioni. In media la percentuale di Comuni italiani coinvolti anno dopo anno è stata intorno al 2%, mentre nelle regioni del Sud ha registrato un impatto tre volte tanto. L'anno passato è stato commissariato il 6,98% dei Comuni pugliesi, il 6,44% di quelli calabresi e il 5,82% di quelli campani.
(Fonte: A.A. da Il Corriere del Mezzogiorno)
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