martedì 5 maggio 2020

Io, tu e il virus

di Filomena Baratto

In questi giorni di epidemia rimasti chiusi in casa, in ambienti anche molto stretti, a condividere gli spazi e i pensieri con gli altri componenti della famiglia, la convivenza si è dimostrata una vera e propria sofferenza. I rapporti di coppia poi sono sempre più delicati e a volte basta un niente per accendere dispute e tensioni. Se già prima le cose non funzionavano, in questi due mesi sono peggiorate. La vita quotidiana è il banco di prova di una coppia. Se resiste ai contraccolpi dell’abitudine, allora è collaudata, avendo dalla sua parte la pazienza, un sereno confronto e un’elasticità caratteriale. I litigi vanno dalle questioni più banali a quelle più importanti. E così il sale nella pasta, il non collaborare a sparecchiare, il non aver dormito perché l’altro russa, lo stare col fiato sul collo per ogni azione che si svolge, la mancanza di libertà, o la gestione dell’aspetto economico, ma non da meno il possesso e la gelosia diventano motivi di scontro. Un uomo dal carattere intransigente fa del litigio il suo strumento di interazione. I problemi nascono ancor di più in situazioni reiterate che finiscono per esaurire il partner privandolo di stima e considerazione. Casi che sfociano tutti in una violenza di genere che non ha mai avuto tregua. In situazione di normalità, la coppia trascorreva insieme il tempo necessario, impegnata com’era nel lavoro. Ora, chiusi in casa, è difficile sfuggire all’altro.
 
Quelle che prima erano solo avvisaglie, sono diventati veri e propri litigi, battibecchi, gesti incontrollabili. Si reagisce al minimo screzio, si tende a replicare su ogni cosa, non si ha la capacità di zittire o capire quello che succede. Non fa differenza lo stato sociale di appartenenza, gli atteggiamenti non cambiano. Nel rapporto con l’altro emerge solo la componente passionale, atavica, la parte primitiva di noi. Compagne picchiate, mogli maltrattate che non credono di vivere con un aguzzino. Le tensioni sfociano in violenze fisiche e psicologiche. La donna non reagisce, pensa. Crede di trovare una scappatoia in modo educato e indolore, forse per salvaguardare i figli, l’apparenza, lo status, la propria persona. Quando si oltrepassano dei limiti, non si torna più indietro. Un uomo che offende, continuerà a farlo. Il buon senso e l’educazione cercano di risolvere le questioni con responsabilità e serietà. Ma non sempre è così. I casi più gravi sono quelli in cui il coniuge è stato già denunciato e allontanato, ma poi per difficoltà economiche, per questioni che attengono alla divisione dei beni, ha scelto di vivere con la famiglia nella stessa casa di una volta. Certo si fa presto a dire non bisogna scegliere di tornare insieme per l’emergenza se poi mancano le alternative. L’emergenza non deve imporre altra sofferenza, c’è già il virus e le sue tensioni. Oggi ci sono diverse applicazioni (app) che ci permettono di stare in contatto con persone esperte per dire come muoverci in situazioni di violenze o stress continui. Il numero 1522 è quello di un servizio pubblico di aiuto online per violenza e stalking, gratuito, attivo 24 h su 24. Chi risponde dall’altro capo del telefono è una persona esperta che sa muoversi e consigliare, a cominciare dal fatto di parlare in codice per non far capire all’eventuale partner che può essere in ascolto. Bisogna fidarsi degli altri in questi momenti, ascoltare ciò che viene suggerito e non pensarci su due volte. In un articolo del Sole 24 ore del 7 aprile 2020, ci sono i nomi delle donne morte in questi giorni di quarantena per violenza: Larisa, Barbara, Bruna, Rossella, una lunga lista. Si finisce così per sfuggire al virus e incappare nel marito assassino. Nei casi in cui si subisce violenza, non saranno più moglie e bambini a lasciare la casa, ma l’aggressore, così afferma il procuratore di Trento, sulla Stampa del 2 marzo 2020. Meglio ricominciare daccapo una nuova vita che finirla per sempre. Non bisogna aver paura di chiedere aiuto e non si può essere responsabile di altri se prima non sappiamo prenderci cura di noi stessi. 1522 è un numero che ci può salvare dal nostro aggressore convivente, fidanzato, marito solo se lo usiamo in tempo.

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