mercoledì 18 novembre 2020

Cento anni dalla nascita di Michele Prisco, partono da Napoli le celebrazioni per lo scrittore. Amò Vico Equense che definiva una finestra sul mondo

Vico Equense - Oggi iniziano a Napoli le celebrazioni per i cento anni dalla nascita dello scrittore Michele Prisco, organizzate dal Comitato nazionale per il centenario, istituito dal MiBACT, Direzione generale Biblioteche e Diritto d’Autore, e presieduto da Carlo Vecce. Nato a Torre Annunziata nel 1920, si laureò in giurisprudenza ma si lasciò sedurre dalla letteratura. Amò molto Vico Equense, dove soggiornava nella sua “casarella" bianca a San Vito. Qui si rifugiava tra la gente del posto, nelle sue giornate fatte di sane abitudini e riti in cui si sentiva a suo agio. Scriveva sin dalle prime ore del mattino, un esercizio indispensabile alla sua giornata, nella sua “casarella”, come amava definirla, così a misura d’uomo, dove le pareti aderivano alla sua pelle infondendogli la serenità necessaria per le sue perlustrazioni mentali. Riposa con la moglie nel cimitero di Vico Equense, luogo sempre amato, che definiva una finestra sul mondo, e che molto evidentemente costituiva il suo ambiente naturale. Quella “casarella” che ancora affaccia sulla strada, risuona delle voci e dei pensieri dell’autore che possiamo ritrovare sfogliando i suoi libri, tra una pagina e l’altra, ancora tutti attuali e di notevole pregio. Nel corso della sua vita ha ricevuto numerosi premi, ha collaborato con 110 testate giornalistiche, ha scritto all’incirca cinquemila articoli. Ha pubblicato romanzi e raccolte di racconti, tra i quali Gli eredi del vento (1950), La dama di piazza (1962), Una spirale di nebbia (1966, Premio Strega), I cieli della sera (1970), Gli ermellini neri (1975), Il pellicano di pietra (1996, Premio Selezione Campiello), Gli altri (1999).

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