domenica 29 novembre 2020
Vico Equense. Banco di Santa Croce: Un patrimonio da rispettare e da proteggere
Vico Equense - Con una delibera di Giunta l’Amministrazione comunale di Vico Equense investe nel Banco di Santa Croce, ottava meraviglia del mondo marino per la straordinaria biodiversità. Il progetto di salvaguardia dell’area è stato aggiornato dall’area tecnica del servizio lavori pubblici del Comune, con nuove attrezzature a difesa della «zona di tutela biologica», in concessione demaniale alla Città di Vico Equense. Previste attrezzature di segnalamento, l’installazione di dissuasori e la realizzazione di tre ormeggi destinati alle imbarcazioni dei diving. Le meraviglie dei fondali del Banco di Santa Croce è meta di fotografi e cineoperatori subacquei, che con i loro scatti immortalano questo piccolo arcipelago sommerso: sette scogli calcarei disposti in circolo che formano una secca disposta ad anfiteatro. All’interno della quale prosperano, nutrite a sazietà dal plancton che è abbondantissimo, le piantagioni di gorgonie sulle quali vengono posate le uova di gattuccio, ma si incontrano cernie, scorfani rossi, murene, gronchi e, spesso, anche aragoste. Già oggetto di studio da parte del mondo scientifico sin dall’ 800, il Banco di Santa Croce, negli anni 90 fu inserito all’interno del costituendo Parco Marino Punta Campanella addirittura come zona A, in ragione della sua elevata biodiversità e per il suo fondamentale ruolo nell’equilibrio dell’ecosistema circostante. Ma successivamente, per ragioni non note, il Banco fu stralciato dal parco. Nel giugno 1993, su proposta dell’associazione Marevivo, il Ministero della marina Mercantile con apposito decreto decise di istituire la Zona di Tutela Biologica Z.T.B. “Banco di Santa Croce” vietando la pesca sia professionale, sia sportiva in un’area di 300mt di diametro.
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