Vico Equense - Ciro Maffucci è uno dei nuovi assessori del Comune di Vico Equense. A lui sono state assegnate importanti deleghe come turismo e cultura, ma anche marketing territoriale. Cosa intende fare e quali sono le priorità che intende dare all'azione amministrativa? Lo abbiamo chiesto al diretto interessato con questa intervista. Composizione Giunta e attribuzione deleghe. Una valutazione politica: qual è, secondo te, il messaggio che si vuol dare alla città attraverso le scelte fatte? Senz'altro la prima cosa che si intende comunicare ai cittadini di Vico Equense è l'irrefrenabile voglia di agire e mettersi in gioco per il bene della città. Vorrei che le parole spese sin ora siano seguite da atti concreti e credo fermamente che la nuova giunta possa farlo. La nostra squadra sarà in grado di fare la differenza grazie a collaborazione, apertura al dialogo, condivisione di idee e soprattutto umiltà. Fiducia: solo questo chiediamo ai cittadini. Fiducia per poter cooperare insieme e costruire giorno dopo giorno, sassolino dopo sassolino, un futuro differente per la nostra meravigliosa cittadina. Il primo provvedimento che intendi portare in Giunta... La prima cosa che intendo fare è dare il giusto valore alla cultura e alla storia della nostra città. Vico Equense è storia, tradizione, gastronomia, bellezza paesaggistica. Tutti elementi che ogni anno - pandemia a parte - attirano centinaia di turisti. Mi rendo conto, però, che non tutto ciò che di prezioso abbiamo da offrire è facilmente fruibile. Per questo la prima cosa che in- tendo fare è trovare il modo per enfatizzare le nostre peculiarità e mostrarle al mondo intero! Ci siamo già messi al lavoro...
Tra le varie deleghe, ti è stato affidato il turismo. Cosa manca a Vico Equense per far diventare il turismo uno dei propri asset economici trainanti, cosi come avviene in gran parte dei Comuni della Penisola sorrentina? Come ho già detto nella precedente risposta, Vico Equense è una perla rara, un territorio ricchissimo di offerta. Abbiamo delle spiagge fantastiche, dolci colline e montagne suggestive come il Monte Faito. Abbiamo eccellenze gastronomiche, come il Provolone del Monaco, che attirano persone da ogni parte del mondo. Abbiamo gli ulivi, i vigneti, il| verde. Abbiamo strutture in grado di offrire il miglior tipo di ospitalità a chi sceglie di soggiornare da noi nonché locali sinonimo di eccellenza, dalla pizza, alla pasticceria, passando per le produzioni tipiche. Siamo un territorio baciato dalla fortuna e dove tanti imprenditori/visionari lavorano giorno per giorno per migliorare e fornire un prodotto di eccellenza. Non abbiamo nulla da invidiare al resto dei Comuni della Penisola sorrentina. Quello che forse ci è mancato, come ho già detto, è saper comunicare nella maniera giusta la nostra bellezza. E adesso ci impegneremo nel farlo! Dobbiamo essere vicino a tutti e garantire un ascolto continuo e servizi al passo con i tempi che viviamo. Negli uffici che sto frequentando in questi primi giorni del mio mandato, ho trovato persone che amano il proprio lavoro e la nostra Città, disponibili a collaborare ed a tracciare insieme un percorso di crescita per il turismo della nostra Vico. Ti è stata affidata la delega denominata "Città del gusto". Di a cosa si tratta? Vico Equense brilla nel firma- mento enogastrononomico internazionale. E le conferme sono arrivate dai riconoscimenti della nuova Guida Michelin. Il legame che unisce la buona cucina alla nostra terra è solidissimo e rappresenta un incredibile opportunità di valorizzazione per l'intera Penisola. Per questo intendiamo organizzare - Covid permettendo - nuove iniziative in grado di promuovere ancora di più in tutto il mondo la nostra vocazione di Città del gusto. Cultura. C'è un terreno enorme a Vico Equense, ma su cui è stato seminato, forse, poco. Da dove intendi partire? Intendo partire dalle cose più semplici fino ad arrivare a quelle più complesse. In pochi sanno dei tesori nascosti disseminati a Vico Equense, come per esempio l'antica pietra romana in Piazza Umberto I. Ecco: io voglio dare luce e giusta attenzione a tutto questo, accendere i riflettori sulla nostra cultura affinché un giorno anche i nostri figli possano giovarne. Cosa salvi delle scelte amministrative passate e cosa, invece, non vorresti si ripetesse? Vorrei che dietro ogni scelta o decisione che verrà presa ci sia sempre il bene dell'intera comunità, e mai quello di un singolo o di un unico gruppo di persone. Comunione, condivisione, dialogo: questi saranno i nostri pilastri. Cittadini e amministrazione devono guardare al futuro insieme tenendosi la mano. Un ultima curiosità. Tuo padre, Peppe Maffucci, ha un passato da amministratore cittadino e da animatore del dibattito pubblico cittadino. Gli chiederai qualche consiglio? Assolutamente sì. Cosi come già faccio nella vita di tutti i giorni, allo stesso modo per questa nuova avventura lo interpellerò, anche solo per il piacere di scambiare delle idee. Passato e presente devono sempre incontrarsi, dobbiamo dare ascolto a chi ha più esperienza di noi e fare tesoro dei loro consigli.
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