Vico Equense - Con “Racconti per Ricominciare”, il “green festival diffuso” ideato e organizzato da Vesuvioteatro, con il coordinamento artistico di Giulio Baffi e Claudio Di Palma, ambientato negli spazi all’aperto di magnifici siti del patrimonio culturale e paesaggistico della Campania, la scrittura di Franco Autiero torna a risuonare nella sua Vico Equense. Quest’anno, infatti, tra le location anche il chiostro della Santissima Trinità e Paradiso, che il 19, 20, 21, 25, 26, 27, 28 maggio 2023, alle ore 18.45, che ospiterà lo spettacolo “Parole espiantate” del drammaturgo, scenografo, regista e studioso di teatro, scomparso nel 2008 all’età di 63 anni. “La scrittura di Autiero torna a risuonare nella sua Vico – spiega l’attrice Alessandra Borgia, che debuttò come protagonista nel 1995 proprio con questo testo scritto apposta per lei da Autiero -. È piena ancora dell’impressione provocata da parole ruvide, potenti, sincopate. È ancora traccia significativa di quelle anime separate e perdute di una Napoli mitologica ed umana che ha lasciato nel tempo segni sparsi della sua storia. Segni che Autiero affida a figure che sembrano lasciti casuali, residui indistinti di quel fiume carsico, come scrissero al tempo, che sono i suoi racconti. Gli espiantati, appunto, che vagano in luoghi di confine come echi di memorie che rivendicano esistenza.
Lo fanno con lingua ironica, musicale, poetica. Una miscela stilistica che incrocia proverbi, citazioni popolari, lessici inconsueti. Autiero immaginò uno spazio nero e vuoto per queste parole espiantate, ma anche “…un cortile all’interno di una clinica psichiatrica, un luogo coatto.” E la sua narrazione sembra rivolta ad un pubblico teatrale, ma anche “…a probabili osservatori alle finestre dei piani alti: forse pazienti, forse suore e infermieri.” I Racconti si preoccupano di individuare e proporre luoghi di mezzo, luoghi di Vico, suggestivi anche quando dimessi, meravigliosi e nascosti che sintetizzino opportunamente i suggerimenti dell’autore. Un itinerario insieme fascinoso ed oscuro che gli scarti espressivi di una scrittura potente motivano e idealmente descrivono.”
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