martedì 23 gennaio 2024

La politica, le scelte Pd, nuova bufera sul tesseramento «Negli elenchi espulsi e transfughi»

LE FIBRILLAZIONI 

di Adolfo Pappalardo - Il Mattino

Picchi anomali di tessere. O iscrizioni fatte in circoli in realtà chiusi. E un pressing anomalo sui dirigenti locali per far iscrivere esponenti politici le cui posizioni sarebbero incompatibili con il Pd. Ci sono queste ombre, questo scenario, dietro il blocco del tesseramento cartaceo deciso improvvisamente dai vertici nazionali giovedì scorso. Blocco valido solo per la Campania che ha scatenato la rivolta dei circoli napoletani contro i vertici nazionali. «Una discriminazione immotivata», scrivono in una lettera firmata da 70 circoli su 126 sul territorio e indirizzata a Elly Schlein (ma in serata un paio di loro ritirano la firma). In sintesi è l'ultima delle serie di faide tra i democrat napoletani in vista del prossimo congresso regionale che, difficilmente, con questa premessa di veleni nel ventilatore, si farà entro le Europee di giugno. E solo oggi, durante un vertice tra i segretari provinciali, il commissario regionale Misiani e il responsabile nazionale dell'organizzazione dem Igor Taruffi si capirà come sia possibile uscire da questa trincea di accuse reciproche. Compreso l'idea di congelare tutto e dare comunque il via libera a questo migliaio di iscrizioni cartacee pur di chiudere velocemente la vicenda. 

LO SCENARIO

L'allarme, lanciato dal gruppo della Schlein (maggioranza a livello nazionale ma non a Napoli dove ha vinto Stefano Bonaccini, è bene ricordarlo) scatta dopo una serie di segnalazioni dai territori. A cominciare da Pomigliano d'Arco dove in meno di una decina di giorni risulterebbero ben 250 tessere (per dare un'idea in 10 mesi e sino al 31 dicembre in tutta Napoli e provincia risultano circa 3mila tesserati). Non solo perché alcune sarebbero a nome di congiunti o comunque persone vicine all'amministrazione di centrodestra. Mentre a Marigliano risultano essere state fatte alcune tessere anche se il luogo dove farle era sbarrato. A Ercolano, ancora, sembra ci sia stato un pressing di alcuni ras per far iscrivere di una consigliera comunale, con Renzi sino a qualche settimana fa, le cui posizioni sarebbero incompatibili con il partito. E poi il caso di Pompei che rimane un nodo irrisolto: il sindaco Carmine Lo Sapio, a cui nel 2020 fu rifiutato il simbolo del partito, e che ha tentato, ma invano, di iscriversi al circolo locale dem. E invece ha avuto subito il via libera al Pd di Napoli nonostante nella città degli Scavi il partito sia spaccato: una parte in maggioranza, l'altra all'opposizione. Insomma veleni e circostanze comunque considerate anomale su cui il gruppo della Schlein ha chiesto, siamo a mercoledì 10 gennaio, un chiarimento con la verifica di tutti i nominativi. Per capire anche se tra questi nuovi iscritti ci sia qualcuno che fu cancellato alla vigilia del congresso nazionale (un migliaio quelli cassati 11 mesi fa solo a Napoli). Il timore, insomma, era che qualcuno, in vista del congresso regionale, avesse spinto per pompare i tesserati per poi farli pesare sul voto interno. Una storia vecchia, insomma. Ma a queste richieste informali di una verifica è stato posto un niet dai vertici provinciali del partito che sono riferimento del gruppo Bonaccini. Ed ecco, quindi, lo stop che arriva da Roma con una lettera protocollata in cui vengono immediatamente congelate le iscrizioni cartacee. Solo on line per evitare ombre su una regione che vede commissariate già le strutture di Caserta e quella regionale. Sempre per una vicenda di tesseramento dopato.

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