domenica 28 dicembre 2008

Oggi è peggio di Tangentopoli

Dunque, partiamo da una considerazione: "Oggi è peggio di Tangentopoli". Lo dicono le inchieste giudiziarie. Quelle note (Napoli, Pescara, Potenza, Firenze, Catanzaro), quelle sconosciute, inchieste di provincia che non arrivano sulle pagine nazionali dei giornali. Storie di piccoli abusi e di piccola corruzione. A differenza di 15 anni fa, questa volta la politica sembra completamente subalterna. Sono singoli politici (assessori, consiglieri, sindaci, presidenti) comprati da affaristi di ogni risma. Gruppi di politici organizzati in associazioni a delinquere. Ciò che mi stupisce non è tanto la dichiarazione di Luciano Violante quanto la presa di posizione del Pd sull'inchiesta di Pescara che vede coinvolto il sindaco dimissionario Luciano D'Alfonso. Davvero la revoca degli arresti domiciliari significa che erano "insussistenti" le ragioni per le quali era stato arrestato? Non mi pare. Il Gip ha, infatti, precisato che il quadro accusatorio resta comunque grave e che l'attenuazione delle misure cautelari è motivata dalle sue dimissioni da sindaco e quindi, evidentemente, dall'impossibilità di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. Non voglio fare nessuna difesa d'ufficio del lavoro dei magistrati di Pescara ma perchè la politica, il Pd non ha rispettato questa volta il lavoro dei magistrati? Perchè sul banco degli imputati c'era un suo rappresentante? So che esistono istituti di garanzia per gli indagati. E funzionano. Mi auguro per il sindaco dimissionario di Pescara che possa far valere le sue ragioni di innocenza ma non mi sembra ci sia stata nessuna "leggerezza" da parte degli inquirenti abruzzesi. Quella del Pd è una svolta negativa. Prepara lo strappo di Silvio Berlusconi sulle intercettazioni e sulla riforma della giustizia. Riaffiora il tema della Casta che non accetta, in nome del popolo che l'ha eletta, di essere giudicata. In Parlamento sono più di 60 sotto inchiesta. 42 quelli condannati o indagati della maggioranza, 12 dell'opposizione. Ad essere sotto attacco oggi è l'indipendenza della magistratura. Prendo atto che questo "dolce regime" , come diceva Enzo Biagi, si sta imponendo sempre di più. Giudici e giornalisti ovvero controllo della giustizia e dell'informazione sono da sempre il pallino di Silvio Berlusconi. Per l'opposizione si apre ora una partita difficile, che deciderà le sue sorti. C'è il rischio che scompaia, subalterna come appare, incapace di una proposta alternativa. Non siamo proprio in un Bel Paese. (Sandro Ruotolo)

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