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Ha una appuntamento cui non può mancare oggi Massimo Paolucci: quello col suo fiscalista. L'ex segretario provinciale dei Ds, nonché ex commissario vicario per l'emergenza rifiuti, chiederà le dichiarazioni dei redditi degli anni dal 2001 al 2003. Vuol chiarire quali sono stati i suoi stipendi quando era al Commissariato. Perché nell'indagine sull'emergenza rifiuti è saltata fuori una relazione del giugno 2004, firmata dall'allora commissario Corrado Catenacci, il quale scriveva che «risultano, allo stato, corrisposti gli emolumenti di seguito indicati comprensivi di rimborsi spese (dopo altri nomi, ndr): Commissario vicario, Paolucci Massimo 518.339,11 euro». E' da chiarire che Paolucci è totalmente estraneo alla vicenda.
Paolucci, riconosce questa cifra, rimborsi e quant'altro? «Non ricordo, non posso essere esatto all'euro. Certo fatico a credere che possano essere usciti stipendi del genere, che ritengo lontani dalla realtà. Domani mattina (oggi per chi legge, ndr), alle 7.30 sarò dal mio fiscalista per chiedere le dichiarazioni dei redditi e avere le cifre precise. Escludo che possano esserci stati anche dei rimborsi, non ne ho mai fatti. Tra l'altro non so se queste sono cifre al lordo o al netto. Comunque, avute le dichiarazioni le consegnerò a chi di dovere».
In che periodo è stato al Commissariato? «Dal febbraio del 2001 al febbraio del 2003. Occorre tener presente che l'incarico è assegnato con un'ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri, così come la quantificazione degli emolumenti. Che, se non ricordo male, sono equiparati a quelli di assessore o consigliere regionale». I pm sostengono, più o meno, che il perdurare dell'emergenza rifiuti sia stato un vantaggio di cui hanno goduto, in termini economici, alcuni esponenti del Commissariato, che percepivano stipendi non proprio bassissimi.
Ritiene che possa essere stato così? «Ma nella maniera più assoluta. Guardi che chiunque arrivasse in Commissariato, l'unica cosa della quale non vedeva l'ora era andare via. Perché le responsabilità alle quali si era chiamati, i grattacapi e i guai ai quali si doveva fare fronte erano enormi. Non era facile reggere».
(Patrizio Mannu da il Corriere del Mezzogiorno)
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