domenica 11 maggio 2008

Ricomincio (tardi) da dieci

«Meglio un professore universitario di un segretario provinciale », dice con un pizzico di antipolitica Rosa Iervolino, presentando i nuovi assessori tecnici della sua giunta. Dopo Bassolino, anche la sindaca reagisce all'emergenza con la carta del rimpasto. Cinque qualificati professionisti a Palazzo San Giacomo, altrettanti a Palazzo Santa Lucia. Napoli e la Campania ricominciano da dieci? Se tutto fosse nelle mani delle new entry, ci sarebbe da sperare bene. Ma, come sempre, il governo dei tecnici è fenomeno tutt'altro che politicamente ingenuo, anzitutto perché costituisce esso stesso il segnale di una grave crisi politica. La Iervolino chiede oggi un passo indietro ai partiti ma la verità è che mai avrebbe potuto agire con tanta determinazione, se quei partiti non fossero già a pezzi. Dando vita a nuove giunte, sindaca e governatore ammettono il fallimento delle proprie squadre e delle coalizioni che le sostenevano. Ma questo significa che la politica sta davvero cedendo spazio ai non addetti ai lavori? Nel 1993, la presenza in giunta comunale di altri prestigiosi professionisti indicò la volontà dell'emergente Bassolino di emanciparsi dai partiti e di dettare la linea direttamente ai propri «esperti». Oggi, che i partiti sono ridotti a ombre e il prestigio di governatore e sindaca appare assai appannato, i tecnici potrebbero avere più autonomia. Ma una simile ipotesi presuppone che la delega data ad essi sia convinta e non strumentale, strategica e non contingente. Difficile crederci. Per dirne una, la svolta compiuta in Regione e in Comune è stata troppo tardiva per non sembrare il classico salvagente afferrato dal naufrago. Un escamotage tattico e mediatico, più che una scelta di legislatura. Se sui fondi europei, il traffico, la differenziata, eccetera, governatore e sindaca avessero cambiato passo un paio d'anni fa, tutto sarebbe andato diversamente. E meglio. Oggi dai nuovi assessori si attende una svolta in termini di efficienza e di governance che appare a tal punto miracolosa da far nascere il sospetto che neppure chi li ha chiamati a quelle responsabilità ci creda davvero. Del resto qualcosa significherà pure che, nel momento stesso in cui vengono varate giunte semi-tecniche, si lavori per ricostruire la vecchia (e fallimentare) rete di alleanze dell'Unione prodiana. Che, mentre ai professionisti cooptati in giunta si chiede efficienza ammini-strativa, Bassolino cerchi di rimettere in piedi il puzzle della politica politicante e così portare il centrosinistra campano ad una nuova vittoria elettorale. «Non basta vincere per governare, ma per governare bisogna pur vincere», dice il leader di Palazzo Santa Lucia. Ebbene, è proprio in questo gioco di parole che i tecnici rischiano di restare schiacciati. Se la politica sceglierà la logica della sopravvivenza ad ogni costo, l'obiettivo del buongoverno sarà destinato a finire nel cassetto. Dopo tutto, l'alternativa D'Alema- Veltroni è questa: lavorare per vincere o lavorare per costruire un partito in grado di governare. E Bassolino, a quanto sembra, è dalla parte di D'Alema. (Paolo Macry da il Corriere del Mezzogiorno)

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