venerdì 18 luglio 2008
La polemica, Velardi e il regime
Bisognerebbe gridare al regime, perchè quello che abbiamo è un regime. L´assessore blogger da sempre amico del cavaliere, realizza il sogno di far diventare Pompei un luna park. Noi Italiani e noi napoletani, grazie a questi uomini siamo diventati la feccia del mondo e all´estero ci deridono, ma noi non lo sappiamo perchè i nostri media sono controllati.la polemica tra Cicelyn, direttore del MADRE e Velardi assessore al Turismo ed ai Beni Culturali, si configura come la classica lite tra prime donne, manca solo lo strascino che non si può fare perché entrambi difettano della materia prima: i capelli. A parte gli scherzi. E´ avvilente constatare che argomenti così importanti per la crescita sociale di una comunità siano trattati alla stregua di una schermaglia personale tra i due luogotenenti massimi di Bassolino: l´Arte ( la cultura in senso lato) e i beni Culturali. Cicelyn che accusa Velardi di fare sensazionalismo, con le sue uscite pubbliche sugli scavi di Pompei e Velardi che accusa Cicelyn di gestire un museo che macina un sacco di soldi pubblici ed è sempre vuoto. Di certo sappiamo - ed è la cosa più grave per i ruoli che rivestono- che entrambi stanno dicendo la verità l´uno dell´altro e che tutto il resto rimane mera opinione, chiacchiera, anche questo mio post. Le cose purtroppo continueranno ad andare esattamente come stanno andando. Pompei sicuramente sarà affidata ad un "mecenate" privato, che sia Getty o Montezemolo non cambia molto la sostanza dei fatti e forse anche il Museo Archeologico di Napoli insieme ad essa e poi forse Ercolano ecc. ecc.. Quello che non si vuol capire è che con questi uomini che la pensano in questo modo, si andrà verso la mercificazione totale e la immediata distruzione di tutto il patrimonio culturale, una volta pubblico. Ha ragione ancora una volta Salvatore Settis, professore di rilievo e direttore anche di fondazioni statunitensi come il Getty Museum di Malibù: il professore, costantemente in questi tre anni come una goccia che cade con precisione e forza sulla testa dura di chi non vuol capire ha ribadito e continua a farlo con vigore e argomentazioni ineccepibili,che i beni culturali non sono una merce, che è l´indotto a produrre il reddito, che è irragionevole la separazione tutela-valorizzazione, che è necessario investire sulle competenze tecnico- scientifiche e progettare un Ministero di alto profilo culturale, che il nostro patrimonio non è assolutamente come quello che hanno gli americani. Niente da fare: non c´è peggior sordo di chi non vuol sentire. Velardi e Cicelyn sono le due facce della stessa medaglia, perché se da un lato il primo propone la svendita del patrimonio culturale antico ai privati,( pratica avviata da tempo con i ministri del centro sinistra, e continuata da quelli del centro destra in assoluta sintonia), con tutto quello che comporterà una scelta simile. Il secondo dirige un museo fatto in buona parte con opere di collezionisti privati: ieri Sonnabend oggi Ernesto Esposito. Opere date in comodato d´uso, prestate gratuitamente, così per lo meno si dice sulla stampa.Un museo, per ammissione di Cicelyn, della Regione Campania, concesso in uso alla Fondazione Donnaregina presieduta da Antonio Bassolino, ma che comunque afferisce all´assessorato al Turismo e ai beni Culturali, cioè l´assessorato di Velardi .Un museo che investe 5 milioni di euro pari a 10 miliardi delle vecchie lire per l´esercizio finanziario del 2008, che non sono pochi e non sono precisamente bruscolini, ma che non si riescono a vedere o a percepire questi livelli qualitativi e quantitativi così alti di cui parla il direttore. Insomma, accuse e rimbotti dallo stesso palazzo. A me sembra che con questa scaramuccia, in ultima analisi, per dirla napoletanamente sia andata a finire "a pazziella in mano e´ creature" e in questo caso le"creature" in questione stanno giocando con un giocattolo che è: il patrimonio dei beni archeologici che è di tutti, il primo e con soldi pubblici il secondo. Letto o meno questo post non sposterà di un millimetro i programmi di queste due "prime donne" della politica napoletana. (Franco Cuomo)
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