Meta - Chiuso al traffico pedonale l´artistico e storico scalone che da via Angelo Cosenza taglia attraverso la montagna bypassando il tunnel per l´accesso al litorale metese. La decisione è stata presa dall´amministrazione comunale retta dal sindaco Bruno Antonelli (foto) in seguito all´improvviso distacco dalla parete tufacea di un discreto quantitativo di materiale che si è riversato giusto all´uscita del tunnel di via Caruso che sbocca davanti alla struttura alberghiera “Giosuè a mare”. L´episodio si è verificato intorno alle 21 e 30 si sabato quando una improvvisa chiamata ha allertato il distaccamento dei vigili del fuoco di via dei Platani a Piano di Sorrento. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani ed una pattuglia dei carabinieri della stazione di Piano di Sorrento diretti dal maresciallo Daniele De Marini e coordinati dal capitano Federico Scarabello della compagnia dell´Arma di Sorrento. Fortunatamente, data la tarda ora, non si sono avute tragiche conseguenze. Lo stesso scalone che abbraccia il costone tufaceo prima di completarsi con la parte terminale della strada che conduce alle spiagge è attraversato di giorno da migliaia di bagnanti diretti verso i lidi della Marinella ed i ristoranti Tico-Tico e Giosuè a Mare. La parte finale dello scalone che per certi versi ricorda la più famosa via Krupp di Capri è stata transennata ed interdetta al pubblico, il transito veicolare attraverso il tunnel è invece regolarmente consentito. Toccherà oggi ai tecnici ed ai funzionari del genio civile e del Comune di Meta di Sorrento scoprire le cause che hanno determinato l´improvviso distacco di parte del materiale che riveste la parete tufacea per stabilire una priorità di interventi atti a ripristinare quanto prima lo stato dei luoghi in completa sicurezza per i passanti. Proprio il tunnel racchiuso dalla parete di tufo dalla quale si è verificato il crollo fu posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata nel dicembre 2003, quando la Giunta metese, allora retta dal sindaco Carlo Sassi, ordinò dei lavori illegittimi sulla parete tufacea di accesso alla spiaggia senza curarsi di fornirsi delle dovute autorizzazioni. Con una spesa di 25mila euro, senza alcuna perizia geologica ed in mancanza del parere della soprintendenza, del genio civile e della commissione edilizia si era dato il via ad una aggressione alla parete di tufo del traforo realizzato negli anni venti del secolo scorso per consentirne un presunto allargamento per favorire il superamento della curva da parte degli autobus di linea. L´ufficio amministrativo della circumvesuviana contribuì addirittura con 5mila euro per favorire un´opera pubblica non autorizzata. (Vincenzo Maresca)
Nessun commento:
Posta un commento