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Domani arriva
Dario Franceschini a Salerno e tra sette giorni
Bersani a Napoli. A tenere banco, in particolare, è la discussione (accesa) tra chi rivendica il diritto di un voto disgiunto (Franceschini al nazionale e il bersaniano Amendola al regionale) accusato, a sua volta, di incoerenza. Scelta, quella del doppio voto, rivendicata dal deputato
Salvatore Piccolo, dal consigliere regionale
Pasquale Sommese e dal sindaco di Portici,
Enzo Cuomo. Proprio a loro il senatore irpino
Enzo De Luca raccomanda più coerenza: «Riconfermo la necessità, in tutti gli iscritti al Partito Democratico, di un comportamento di assoluta coerenza, pur nella difesa delle singole mozioni, che a mio avviso dovrebbe esplicitarsi in esemplare linearità di scelta a livello nazionale, regionale e provinciale». Scrive
Aurelio Musi su
Repubblica Napoli parlando dei candidati regionali del Pd. “L´apparenza del ricambio generazionale cela la realtà della riproposizione di vecchie logiche. I giovani candidati sono espressione pura della nomenclatura. Riproducono sulla scala locale il sistema nazionale delle correnti. Ha ragione Chiamparino: così non si sa e non si può parlare al paese reale, anzi ci si allontana sempre di più da esso. La partita è sicuramente aperta. Ma l´impressione di assistere a vecchie liturgie, quelle del Pci, senza la legittimazione della militanza e la percezione delle differenze tra i programmi dei candidati, è assai forte.”
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