lunedì 28 settembre 2009

Villari, ultimo avviso agli ex colleghi di partito «Per il Sud pronto a fare patti con il diavolo»

«Il Partito democratico mi ha cacciato e non ha difeso la mia onorabilità. Io, però, continuo a fare politica, da uomo libero, al servizio del territorio e delle comunità». Riccardo Villari, senatore del gruppo misto, torna a parlare della sua espulsione dal Pd dopo il “tira e molla” sulla presidenza della commissione di vigilanza Rai, ma ora guarda al futuro. Quali sono i suoi rapporti con il Pd? «Il dialogo è interrotto, mio malgrado. Dall’Udeur alla Margherita e fino al Pd, in un percorso coerente che dura da dieci anni, sono sempre stato un cofondatore, eletto anche alle primarie. Da qui la profonda amarezza per come sono stato ripagato. Ora se il partito non farà pubblicamente ammenda, andrò avanti per la mia strada. Valori come la dignità, il rispetto e la solidarietà non sono negoziabili. Il Pd ha permesso a persone come Di Pietro di calunniarmi e Veltroni e Franceschini in testa non hanno mosso un dito». Progetti per il futuro? «Anche fuori dal Pd, resto quello che sono sempre stato: un cattolico, un moderato, un riformatore. Del resto i partiti sono un mezzo, uno strumento, ma il fine è la soluzione ai problemi e per risolvere quelli di Napoli e del Sud bisogna essere pronti a fare patti anche con il diavolo». Con il congresso potrebbe cambiare qualcosa? «Se vincerà Bersani, almeno si seguirà la strada della chiarezza. I miei amici lo sosterranno. Stesso discorso vale per Amendola che ha tutta la mia stima». Le Regionali si avvicinano. Pensa a un impegno diretto? «Insieme con il mio gruppo stiamo lavorando e continueremo a farlo. Sono un soggetto politico e non ho intenzione di sciogliermi nell’acido». Vede una frattura fra istituzioni e territorio? «Profonda. Per risolvere i problemi bisogna ascoltare la gente e noi continuiamo a farlo. Lunedì, ad esempio, sarò a Sant’Antonio Abate per discutere del Mezzogiorno con amici e amministratori dei Monti Lattari». « Alle Provinciali lei aveva teso una mano al Pd.Ero disponibile a presentare una lista civica a sostegno di Nicolais. Ma quel “volpone” di Morando si è opposto, portando il Pd al 20%. Con Veltroni, tuttavia, più si sbagliava, più si veniva premiati». È vero che alcuni esponenti del Pd non la salutano? «Questo è l’aspetto triste della politica, che l’allontana dai cittadini. I problemi, comunque, sono ben altri. Vivo questa vicenda con distacco, mi fa sorridere». Come giudica i venti di crisi al Comune di Napoli? «La crisi è figlia di traumi drammatici. La giunta è stata decapitata, si sono dimessi sei assessori e c’è stato il suicidio di un amico, il compianto Giorgio Nugnes. Il sindaco Iervolino ha sempre rivendicato la paternità delle sue scelte ma, al momento opportuno, si è sottratta senza aprire una discussione con le forze politiche e con la città». (ger.aus. il Mattino)

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