lunedì 28 settembre 2009
Bandi truccati, trasferito prima dell’inchiesta
Sorrento - Era stato prima trasferito in una scuola primaria di Massa Lubrense, da quest’anno era in servizio in un istituto secondario di Gragnano. Catello Coda, il direttore amministrativo scolastico sottoposto, insieme al figlio Gennaro agli arresti domiciliari è accusato di aver truccato, con la complicità di sette imprenditori, diverse gare d’appalto. Aveva lasciato l’Istituto d’arte Grandi di Sorrento già dall’anno scorso, pochi mesi prima dell’avvio dell’indagine denominata «Scuola pulita», che ha portato i militari della guardia di finanza di Massa Lubrense a passare al setaccio la regolarità degli appalti banditi dall’Isa Grandi nel periodo 2004-2008 quando Coda era, a pieno titolo, responsabile amministrativo della scuola. Sul suo «preventivo» trasferimento, le bocche al «Grandi» sono rigorosamente cucite. Secondo indiscrezioni, tuttavia, Catello Coda si sarebbe più volte scontrato con qualche docente, che gli contestava le modalità di gestione del suo settore di competenza. Gestione messa in discussione dalla Procura di Torre Annunziata che, sulla scorta dell’indagine condotta dalle fiamme gialle, accusa l’ex direttore amministrativo del «Grandi» di aver preparato bandi per le forniture di materiale informatico su misura per il figlio Gennaro, titolare proprio di un’azienda informatica. Nell’inchiesta coinvolti anche sette imprenditori della costiera sorrentina e della provincia di Napoli, per i quali sono stati emesse altrettante misure interdittive della durata di due mesi. In particolare, gli investigatori hanno scoperto che, attraverso la manomissione dei documenti e la presentazione di preventivi opportunamente gonfiati, Coda favoriva l’aggiudicazione dei bandi di gara a imprenditori compiacenti che, a loro volta, dovevano rifornirsi nell’azienda del figlio Gennaro. Nel corso delle indagini, i militari hanno anche scoperto che Coda, utilizzando fondi pubblici, era riuscito ad acquistare numerosi attrezzi da palestra di ultima generazione per il proprio allenamento quotidiano, allestendo un’autentica sala da fitness in un’ala dell’edificio scolastico, che occupa anche parte dei laboratori di informatica. Secondo i militari, l’accesso degli studenti alle aule avveniva soltanto quando il funzionario aveva concluso l’allenamento, che di solito avveniva durante il normale orario d’ufficio. E dopo l’allenamento Coda utilizzava i bagni delle ragazze come proprio spogliatoio personale. (Giuseppe Damiano il Mattino)
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