lunedì 28 settembre 2009
Cosa accade se passa il Piano Casa
Regione Campania – “In questi mesi, - spiega Tonino Scala consigliere regionale de “la Sinistra” - in molti, quasi tutti, non hanno preso in considerazione la battaglia che il mio gruppo politico sta svolgendo in tutte le sedi per arginare i danni che andrebbe a provocare, se passasse così come è il piano casa. Come sempre abbiamo avvertito una sorta di snobbismo, a partire dagli organi di stampa. Come sempre la nostra battaglia è stata bollata come quella degli iscritti al “Partito del NO”. In molti però, forse, non hanno ben riflettuto su ciò che accadrebbe se passassero così come sono stati licenziati gli articoli 5 e 6. Senza parlare in astratto voglio ragionare su come potrebbero cambiare i volti di due realtà che conosco: Castellammare di Stabia e Napoli. A Castellammare, sono anni che la politica e le amministrazioni si interrogano si pongono il problema su come ritrasformare tutta l’ex area industriale. L’articolo 5 se approvato, consentirebbe, ai Comuni che hanno sessanta giorni per decidere, di riconvertirli. Ora chiunque ha masticato le aule consiliari sa bene che in sessanta giorni, difficilmente, tra una fibrillazione e l’altra, soprattutto se si è a fine legislatura, un Consiglio Comunale possa esprimersi. In questo caso accadrebbe che tutte quelle aree diventerebbero appartamenti, mandando all’aria tutti i progetti in atto. Belle case in riva al mare. Residence a posto delle fabbriche, penso ad esempio all’area Avis. Come si spiegherebbe a quegli operai che la loro fabbrica potrebbe diventare un’industria della casa e che certamente loro non potrebbero esser riconvertiti tutti da operai in portieri. Oppure cosa diventerebbe l’ex area Cirio: un ‘enorme fila di appartamenti realizzati in deroga a tutti i piani compreso quello cimiteriale. Si ridisegnerebbe, senza dubbio, il volto della città ma sarebbe un volto deturpato da colate di cemento. Castellammare è chiaro che non ha bisogno di nuove case, ma che invece ha bisogno di deroghe per recuperare il patrimonio esistente. Penso al centro storico. Se invece, guardiamo a Napoli e all’area est, dove il piano regolatore aveva immaginato la realizzazione di un’area verde, accanto al polo petrolifero, e al nascente termovalorizzatore avremmo nuovi appartamenti. Che non so chi acquisterebbe consapevole di sentire l’odore di petrolio e a due passi da un termovalorizzatore. Ho fatto questi due esempi per dire che non si possono scrivere leggi tenendo conto solo del partito del mattone. Non è normale. A differenza delle altre realtà dove si costruisce pensando ad affiancare le zone edificate ad aree verdi, qui vince la logica del mattone su mattone. Qui in nome di un’economia e di un lavoro che non c’è si vuole occupare in modo creativo ogni angolo che c’è della città. Invito pertanto tutti a riflettere su ciò che potrebbe accadere sul proprio territorio. Sconvolgimenti che butterebbero a mare anni di progetti amministrativi in campo. Sconvolgimenti che, a mio avviso, non porterebbero nessuna economia. Perché in tempi di crisi come questa - conclude Scala - chi ha la disponibilità economica di acquistare appartamenti nuovi. Ma questo è un problema che si ripresenterà tra qualche anno, quando penso, facendo ricorso a qualche pubblico finanziamento saremmo chiamati ad aiutare gli imprenditori che si sono indebitati per fare case.”
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