venerdì 4 settembre 2009
Quattro nuove «insegne» sullo scoglio del Vervece
Massa Lubrense - Il Vervece si arricchisce quest’anno di quattro nuove «pietre» per ricordare subacquei e marinai. La cerimonia, sulla sommità dello scoglio che caratterizza la rotta Sorrento-Capri, al largo del porticciolo di Marina della Lobra, a Massa Lubrense, si terrà domenica mattina alle ore 10.30, nell’ambito delle celebrazioni in onore della Madonnina del Vervece, situata su uno sperone roccioso a 12 metri di profondità. Le targhe dedicate a don Luigi Saccone, vicario della curia arcivescovile di Pozzuoli e cappellano della sede Rai di Napoli, scomparso in mare il 31 luglio scorso, travolto da un motoscafo d’altura mentre insieme ai familiari navigava su un piccolo gozzo al largo di Capri; a Giuseppe Fiorentino, odontoiatra e presidente del circolo sorrentino, pioniere dell’attività subacquea in costiera, scomparso nel 2008; alla gente di mare per iniziativa dell’associazione professionale capitani marittimi e collegio capitani; ai marinai e sub calabresi, iniziativa attuata dal vicesindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa. Il rito in onore della Madonnina del Vervece, dedicato ai subacquei d’Italia ed alla gente di mare dei cinque continenti, fu istituito dopo la conquista di Enzo Maiorca del record mondiale (meno 87 metri) di immersione in apnea, nel 1974. Il mandolinista Nino Apreda e il chitarrista Paolo Propoli eseguiranno l’Ave Maria. Verranno lette, inoltre, una poesia dedicata alla Madonna da una religiosa di Massa Lubrense e la preghiera al sub composta dal poeta Francesco Saverio Mollo. La 35ma edizione della manifestazione dedicata alla protettrice dei sub, promossa dal Comune e dalla Pro Loco di Massa Lubrense, dalla Fondazione Vervece e dal circolo nautico Marina Lobra, sarà preceduta, domani sera alle ore 20 nella sala del ristorante Cantuccio in piazza Vescovado, dalla consegna dei premi giornalistici Vervece assegnati a rappresentanti del mondo dell’informazione che si sono particolarmente distinti per servizi giornalistici e radiotelevisivi sulla tutela e la salvaguardia dell’intero ecosistema marino. La giuria composta dal presidente e dal vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli e Domenico Falco, dal sindaco di Massa Lubrense, Leone Gargiulo, dall’assessore al Turismo, Lello Staiano, dal direttore dell’Area marina protetta Punta Campanella, Antonino Miccio, dal presidente della Fondazione Vervece, Annamaria Marandola e dal presidente della Pro Loco, Gaetano Milone, ha attribuito i riconoscimenti di quest’anno a Franco Mancusi, già redattore capo de Il Mattino; Adriano Albano, redattore della Rai di Napoli, Giuseppe Del Gaudio, direttore del quotidiano Metropolis e Domenico Roscigno, fotografo subacqueo di fama internazionale. Una menzione speciale per il sostegno e la promozione della manifestazione e dell’immagine turistica della penisola sorrentina al magazine Surrentum. (Antonino Siniscalchi il Mattino)
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3 commenti:
Sono stato pochi giorni fa allo scoglio a fare immersione. Bello, ma nientissimo di veramente spettacolare. L'idea di installare ancora targhe ed altro sulla parete la trovo francamente alquanto approsimata, anche alla luce del fatto che gia' sembra una lapide tipo Memory Rock. Meglio sarebbe contenere queste cose o trovare altri siti o sistemi.
Antonio di Martino
Antonio, non sono d'accordo con il tuo giudizio del Vervece.
Secondo me dipende da chi ti porta a fare l'immersione.
Se scendi sul versante nord, e quindi inizi il giro della secca in senso antiorario puoi incontrare il magnifico viale delle gorgonie intorno ai -30 metri, pieno ti Anthias e saraghi, murene e Apogon. Proseguendo arrivi sul gradino a meno 35 mt dal quale si può ammirare il fondo a meno 50-55. Quì lo spettacolo è assicurato, con cernie che incuriosite si fermano a guardarti, dentici e palamiti che cacciano le alici che si esibiscono in vere e proprie danze per sfuggire ai loro predatori. A questo punto poi sicuramente ti tocca risalire e lungo la parete a sud puoi incontrare dei magnifici barracuda del Mediterraneo ormai più lunghi di un metro e mezzo tra i quali puoi nuotare avvicinandoli fino a pochi centimetri. Risaliti fino alla quota della Madonnina per la decompressione puoi ammirare la caccia delle palamiti che sfrecciano nel blu e branchi di saraghi che risalgono le crepe per sorprendere le loro prede.
E' ovvio che se ti sei immerso anche una sola volta al Banco di Santacroce il Vervece ti sembrerà un deserto. Io personalmente lo preferisco, mi sembra un ambiente più equilibrato e mi piace di più anche da un punto di vista tecnico.
Per il giro cominciando dalla punta sud ci risentiamo in un altra occasione, anche quello merita ed è spettacolare.
Ciao
ciao a tutti. mi chiamo roberto e sono di napoli ,da pochi mesi ho il brevetto open....... vorrei andare al vervece che dite? si puo fARE? GRAZIE
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