mercoledì 13 gennaio 2010

Depuratore di Scafati, operai a rischio: Scala "Ora tocca alla Regione"

Dopo l´incontro che ha tenuto ieri con i lavoratori del Depuratore di Scafati, in protesta per le mancate assunzioni, il capogruppo regionale della "Sinistra" Tonino Scala, ha interrogato il governo regionale per chiedere un intervento e fare luce sulla vicenda

Regione Campania - "Sono seriamente preoccupato dall´evolversi della situazione - afferma il capogruppo Scala - ed ho tempestivamente formulato un´interrogazione indirizzata al Presidente della Regione, all´assessore all´ambiente Walter Ganapini e all´assessore al lavoro Corrado Gabriele, con la quale chiedo un intervento regionale e, soprattutto che venga fatta luce al più presto sui cui contorni di questa strana vicenda". "Non è la prima volta, dall´inizio di questa legislatura che interrogo il governo regionale sulla vicenda dei lavoratori del Depuratore di Scafati". - Continua Scala - "Una vicenda che da sola racconta la controversa storia della depurazione in Campania. Una storia di ritardi, sprechi, cambi di gestione, cattivo funzionamento, inquinamento. E di tutte queste inadempienze, alla fine a pagare sono i lavoratori". "Il depuratore di Scafati - spiega il capogruppo - rientra nel "Grande Progetto Completamento della riqualificazione e recupero del fiume Sarno", ed è finanziato con i fondi del POR Campania FESR 2007-2013. All´inizio l´appalto dei lavori era della Medio Sarno Scral, la ditta che aveva all´inizio in appalto i lavori, poi furono affidati direttamente alla TME spa, che faceva parte del precedente raggruppamento temporaneo di imprese, che ha successivamente dato vita a un nuovo ATI, la Medio Sarno Scarl, costituito da se stessa e dalle cooptate Tralice Costruzioni srl e Solmet srl. E quando ciò avvenne, con questo meccanismo delle "scatole cinesi" che fa tanto "nuova impresa", furono licenziati 47 lavoratori della Medio Sarno Scarl". "In seguito com´era facile prevedere, iniziò una lunga stagione di proteste. Dopo le occupazioni del cantiere e diversi incontri con sindacati e l´assessore regionale Gabriele, e vertenze sindacali per licenziamento senza giusta causa, se era arrivati ad una definizione: l´entrata in mobilità dei lavoratori in modo da consentire agli stessi di accedere ai corsi di formazione della Regione per specializzarli e metterli in grado, a lavori ultimati, di provvedere alla gestione del depuratore". "Oggi, - prosegue - i lavoratori sono di nuovo in rivolta. Sulle 47 assunzioni previste nell´accordo stipulato con il generale Jucci, ne sono state effettate solo 15. E come sono state effettuate? Non è dato di sapere i criteri con i quali la TME spa ha scelto le maestranze, avvisate con una semplice telefonata. Una scelta discrezionale, che certo non soddisfa i lavoratori, che nel contempo, giustamente chiedono alla Regione gli altri 32 che restano al palo, che fine devono aspettarsi. "E´ lecito, dunque, che ci si chieda se le procedure di assunzione utilizzate dalla TME sia conformi alle norme previste, ed è altrettanto lecito chiedersi se è previsto un rientro graduale di tutti, oppure gli altri 32 lavoratori resteranno esclusi definitivamente. Per questo è necessario fare chiarezza sulla vicenda. Qui c´è in ballo il futuro di 32 lavoratori, di 32 famiglie. Lavoratori, tra l´altro, che per anni sono stati costretti a vivere con la minaccia del licenziamento, con stipendi non pagati. Perennemente in lotta per salvare il loro posto di lavoro e il loro futuro". "E´ necessario - conclude Tonino Scala - dare garanzie e risposte concrete a questi lavoratori. La Regione, a cui compete l´erogazione dei fondi con i quali si finanziano queste opere, non può far finta di non sapere e non vedere. Ha il dovere, l´impegno nei confronti dei cittadini, di intervenire sempre a tutela dei lavoratori, ma deve farlo con maggiore veemenza e tempestività nelle aree, come quella interessata dal depuratore di Scafati, dove il tasso di occupazione è in caduta libera".

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