sabato 23 gennaio 2010

Il pressing dei supporter di De Luca «Solo lui può vincere, basta indugi»

Regione Campania - Sono arrivati convinti di poter giocare un ruolo, anche se solo di partecipazione e, implicitamente, di pressione. Alla fine sono rimasti fuori dalla sala della direzione regionale. Un centinaio gli amministratori e gli esponenti del Pd sostenitori di Vincenzo De Luca si sono presentati ieri alle 18,30 all’Hotel Tiberio e poi pian piano si sono allontanati con una certa delusione e una rabbia mal repressa per l’ulteriore scelta del vertice del Pd di allungare i tempi per la designazione di un candidato presidente. Lui, il sindaco di Salerno, che ieri ha avuto un lungo confronto telefonico con Bersani, non ha certo gradito la scelta di rimandare tutto. Più che sulla prossima direzione del Pd fissata per mercoledì, però, De Luca confida nella direzione nazionale di lunedì in cui il problema-Campania diventerà centrale «anche perché – spiega uno dei suoi uomini chiave nelle trattative – è diventato chiaro che qui in Campania non si può decidere nulla. Troppi veti incrociati, si perde solo tempo». «Una cosa del genere non la ho mai vista: io sono un sindaco di questo partito ma non mi fanno entrare nemmeno ad assistere. Siamo quelli che abbiamo più legami con il territorio, volevamo solo partecipare». Andrea Donato, primo cittadino di Castel San Giorgio, nel salernitano, seguace di Vincenzo De Luca fin dai tempi del Pci, sbotta andando via. Lui, il sindaco di Salerno, come d’abitudine ieri non c’era alla direzione regionale. De Luca non nasconde una certa allergia alle liturgie del partito. Erano invece presenti in blocco i suoi sostenitori. La giunta comunale, dal vicesindaco Eva Avossa agli assessori Minimo De Maio, Franco Picarone, Ermanno Guerra insieme ad un consistente numero di consiglieri comunali. E poi sindaci e amministratori da Agropoli a Giffoni Valle Piana, gli uomini dell’apparato di Salerno, gli alleati dei franceschiniani e dei bindiani. Meno nutrita del previsto la presenza di uomini di partito e amministratori di altre province, anche se si segnalavano esponenti dell’avellinese «Comitato dei mille», militanti dei democrat da Benevento e del comitato Napoli Nord. Una pattuglia di persone convinte che solo De Luca può salvare le sorti del Pd, del centrosinistra e della Campania stessa, che era largamente annunciata, accolta da un servizio d’ordine rigoroso che non ha permesso a nessuno di entrare ad assistere alla direzione, lasciando tutti confinati ad una sala laterale. «Per benvenuto – dice Enzo Napoli, presidente di una società mista di Salerno, in genere assai pacato – hanno portato via solo le sedie. Ce le siamo dovute cercare e andare a prendere da soli». Solo pochi sono rimasti fino alla fine della direzione regionale. Sconfitta la linea proposta dai deluchiani delle primarie da celebrare in un giorno preciso, magari il 7 febbraio. Adesso il sindaco di Salerno confida nella direzione nazionale di lunedì, sperando che almeno da lì arrivi una decisione chiara visto che in Campania non si trova alternativa a quella che il consigliere regionale Ugo Carpinelli definisce «la sconfitta perfetta». (di Fulvio Scarlata da il Mattino)

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