Una tregua, in attesa delle decisioni o delle sfide finali, che ruotano intorno al nome di Enzo De Luca. È sul sindaco di Salerno, forse il candidato più popolare, ma non certo quello più unitario, che si articolano queste ore nel Pd. L´area di Bassolino sembra soddisfatta. «Siamo riusciti a tenere insieme il partito – dice Antonio Marciano -. Si deve insistere sulla ricerca di un nome unitario da portare alle primarie di coalizione e, se nessuno ci segue, andare a primarie interne al Pd. Ma fino all´ultimo c´è spazio per offrire la migliore delle ipotesi, con un partito sereno. Venerdì nessuno ha forzato il braccio di ferro. Buon segno». L´unità piace anche agli uomini di Franceschini. «Si è avviata una gestione plurale del partito – dice Leonardo Impegno – dunque viene anche il momento della condivisione delle responsabilità». Ma occorrono le primarie: «Sono utili a tutti, anche agli alleati. E chiunque vinca, sarà il candidato di tutti». Anche De Luca? L´impressione è che dietro le quinte si lavori ad aggirarlo: chi vede un accordo di maggioranza sul segretario Enzo Amendola, chi sospetta di un Bassolino che stia svestendo la tuta, chi ipotizza un super partes come Umberto Ranieri. Peccato che Ugo Carpinelli, uno dei più fidi sostenitori di De Luca, non abbia dubbi: «È chiaro che si candiderà alle primarie, solo i dirigenti del Pd non sanno che lui è il più forte e lavorano alla sconfitta perfetta: un partito imploso, la gente che lo abbandona ulteriormente, l´opposizione in Consiglio al lumicino». Un rischio che vede anche Franco Vittoria, l´uomo della mozione Marino: «La linea Bersani ha snaturato il partito. Ora però è il momento di salvare la ditta. Con le primarie». Con un nome tipo Raffaele Cantone, ragiona Vittoria, oppure col più forte, cioè De Luca, «sperando che Amendola non resti vittima di giochi di partito che potrebbero lasciarlo, dopo il voto, con una segreteria ma senza partito». A destra intanto tiene banco la questione delle liste minori. L´Mpa, in piena trattativa con Caldoro, mal sopporta che ci sia anche “Noi sud”, sigla degli uomini di Enzo Scotti appena espulsi dal partito: «Il solito partitino a scopi personalistici», attacca Salvatore Ronghi. E, mentre Caldoro si dà da fare per salvare una lista “socialisti-repubblicani”, nel campo socialista Fausto Corace, reo di un pronunciamento pro Caldoro, viene scomunicato da Filippo Caria: «Dichiarazioni a titolo personale, i socialisti napoletani chiedono il commissariamento del Psi napoletano e regionale». Intanto dalle parti di Caldoro non è sfuggito che nessuno abbia ancora inserito il suo nome per il convegno in programma domani con Gianni Alemanno e Claudio Scajola. Mentre il sito del Pdl campano è fermo sull´aut-aut posto qualche giorno fa da Nicola Cosentino a Pierferdinando Casini. (di Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli)
Mario Guida «Bassolino in campo con De Luca» (il Roma)
1 commento:
Vendola vince alla grande e D'Alema va a cagare. Quando baffino si togliera' dai maroni e permettera' la ricostruzione del partito? Mha???
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