Vico Equense - Carlo Fermariello muore il 15 gennaio del 1997 colpito da un male incurabile. Era nato il 14 ottobre del 1925, da un' antica famiglia napoletana. Aveva iniziato la sua attività già da studente, al liceo "Genovesi", nelle fila di "Giustizia e libertà" e, poi, nel Partito d' Azione, seguendo le tracce dello zio, Gennaro Fermariello, sindaco di Napoli nel 1945. A questo primo impegno, era seguito quello della lotta partigiana nei volontari del battaglione "San Marco" e la collaborazione con il giornale "L' Azione", diretto da Guido Dorso. Nel primo dopoguerra, aderì al Pci, ricoprendo, tra l' altro, l' incarico di segretario del partito a Caserta per un breve periodo. Tuttavia, fu proprio nella fase delle lotte contadine per il Mezzogiorno, che Carlo, prima in Basilicata e poi a Roma, si dedicò totalmente al sindacato dei lavoratori della terra, diventando segretario della Federbraccianti e coordinatore della segreteria generale della Cgil. All' inizio degli anni Cinquanta, fu eletto al Comune e, alla fine di quel decennio, fu chiamato a dirigere la Cgil di Napoli. Nel 1963, partecipò come attore alle "Mani sulla città". Francesco Rosi ha ricordato così, in una recente lectio doctoralis, quel momento topico: «La decisione di scegliere Carlo Fermariello come protagonista-antagonista, l' ho presa frequentando per giorni e giorni di seguito le sedute del Consiglio comunale di Napoli. Fermariello era il segretario della Camera del lavoro di Napoli, e consigliere del Pci con notevoli competenze urbanistiche. Rimasi colpito dalla sua intensità e dall' ironia che illuminava di razionalità la sua veemenza. Mi incaponii, lo volevo a tutti i costi per fare da contraltare a Rod Steiger, l' attore americano che avevo scelto per rappresentare lo speculatore Nottola». Rosi, poi, ha rimarcato che «per avere Fermariello dovetti smuovere il Partito comunista che, a parte le iniziali perplessità di Fermariello stesso, non era d' accordo: il sì di Giancarlo Pajetta e di Giorgio Amendola fu risolutivo. Negli anni successivi, precisamente dal 1968 al 1983, Carlo fu eletto senatore, a Napoli e a Castellammare di Stabia. Inoltre, si impegnò nell' associazionismo venatorio, a lui tanto caro, fondando l' Arci-Caccia e ricoprendone la carica di presidente. Nella fase che seguì all' intensa e intelligente opera svolta da parlamentare, si dedicò ai temi dello sviluppo della città di Napoli: prima, nuovamente da consigliere comunale e, poi, rivestendo incarichi in diversi enti economici. Tuttavia, l' attività che lo riportò agli entusiasmi giovanili fu la ripresa dell' impegno politico diretto, come sindaco della cittadina di Vico Equense, dove ottenne nel giugno 1996 un notevole risultato personale. Una targa per ricordarlo è stata posta, ad ottobre del 2009, di fronte alla sua abitazione in Via Luigi Serio, per iniziativa di un gruppo di amici.
venerdì 15 gennaio 2010
Il ricordo di Fermariello
Vico Equense - Carlo Fermariello muore il 15 gennaio del 1997 colpito da un male incurabile. Era nato il 14 ottobre del 1925, da un' antica famiglia napoletana. Aveva iniziato la sua attività già da studente, al liceo "Genovesi", nelle fila di "Giustizia e libertà" e, poi, nel Partito d' Azione, seguendo le tracce dello zio, Gennaro Fermariello, sindaco di Napoli nel 1945. A questo primo impegno, era seguito quello della lotta partigiana nei volontari del battaglione "San Marco" e la collaborazione con il giornale "L' Azione", diretto da Guido Dorso. Nel primo dopoguerra, aderì al Pci, ricoprendo, tra l' altro, l' incarico di segretario del partito a Caserta per un breve periodo. Tuttavia, fu proprio nella fase delle lotte contadine per il Mezzogiorno, che Carlo, prima in Basilicata e poi a Roma, si dedicò totalmente al sindacato dei lavoratori della terra, diventando segretario della Federbraccianti e coordinatore della segreteria generale della Cgil. All' inizio degli anni Cinquanta, fu eletto al Comune e, alla fine di quel decennio, fu chiamato a dirigere la Cgil di Napoli. Nel 1963, partecipò come attore alle "Mani sulla città". Francesco Rosi ha ricordato così, in una recente lectio doctoralis, quel momento topico: «La decisione di scegliere Carlo Fermariello come protagonista-antagonista, l' ho presa frequentando per giorni e giorni di seguito le sedute del Consiglio comunale di Napoli. Fermariello era il segretario della Camera del lavoro di Napoli, e consigliere del Pci con notevoli competenze urbanistiche. Rimasi colpito dalla sua intensità e dall' ironia che illuminava di razionalità la sua veemenza. Mi incaponii, lo volevo a tutti i costi per fare da contraltare a Rod Steiger, l' attore americano che avevo scelto per rappresentare lo speculatore Nottola». Rosi, poi, ha rimarcato che «per avere Fermariello dovetti smuovere il Partito comunista che, a parte le iniziali perplessità di Fermariello stesso, non era d' accordo: il sì di Giancarlo Pajetta e di Giorgio Amendola fu risolutivo. Negli anni successivi, precisamente dal 1968 al 1983, Carlo fu eletto senatore, a Napoli e a Castellammare di Stabia. Inoltre, si impegnò nell' associazionismo venatorio, a lui tanto caro, fondando l' Arci-Caccia e ricoprendone la carica di presidente. Nella fase che seguì all' intensa e intelligente opera svolta da parlamentare, si dedicò ai temi dello sviluppo della città di Napoli: prima, nuovamente da consigliere comunale e, poi, rivestendo incarichi in diversi enti economici. Tuttavia, l' attività che lo riportò agli entusiasmi giovanili fu la ripresa dell' impegno politico diretto, come sindaco della cittadina di Vico Equense, dove ottenne nel giugno 1996 un notevole risultato personale. Una targa per ricordarlo è stata posta, ad ottobre del 2009, di fronte alla sua abitazione in Via Luigi Serio, per iniziativa di un gruppo di amici.
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7 commenti:
è scandaloso che la sede del Pd intitolata al senatore scomparso non ricordi l'accaduto. Sempre di più dimostrano di essere inadeguati sotto ogni punto di vista .
Il modo migliore per ricordare Fermariello è paragonarlo a quelli che ora si sono piazzati al Comune...
Che pena...
dal prossimo mese non ci sarà più nessuna sede. Non ci sono soldi!
Ma come? Con tutti quei professionisti che affollano quella sede non ci sono soldi? I consiglieri comunali cosa se ne fanno del gettone di presenza? I vari amichetti nelle commissioni comunali non aiutano il partito?
Le solite figure di merda, viste e riviste.
alessandro savarese
Mammma mia...Chi cacchio avete messo al comune!
Chi dovrebbe pagare l'affitto? Sono rimasti 4 volenterosi del direttivo , gli altri 24 se ne fottono. per non parlare dei tesserati fasulli che lo hanno fatto solo per fare un piacere, i consiglieri poi non ne parliamo proprio. Mi risulta poi che i ricchi professionisti sono quelli più tirchi quando si tratta e metter man a sacc.
Secondo me l'affitto dovrebbero pagarlo 10 persone... i 3 consiglieri + 7 persone che si arrogano la poliica a Vico
L'affitto da che mondo e mondo lo pagano gli iscritti e gli emolumenti dei Consiglieri Comunali!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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