lunedì 18 gennaio 2010

Pd, il mistero del “no” al buon amministratore

Sembra quasi che il centrosinistra in Campania stia cercando non il candidato governatore in grado di vincere, ma quello che non turba gli equilibri di potere interni. In altre parole, sembra quasi che sia data per scontata la sconfitta. Il segretario Amendola dice che Cascetta e De Luca sono fuori gioco perché non graditi agli alleati. Eppure chi, se non un amministratore uscente che gode di consenso e popolarità come sono a quanto pare l´assessore del piano trasporti e il sindaco di Salerno, può essere una carta da giocare per tentare di vincere e ribaltare i pronostici?
Dopo la scelta definitiva del socialista Caldoro da parte del centrodestra, la carta De Luca, ad esempio, appariva in teoria potenzialmente ancora più forte di prima per il centrosinistra. Caldoro è un socialista, quindi in realtà un ex di sinistra. Così come De Luca è un “leghista”, uno che usa un linguaggio concreto, tipicamente di destra, che si ritrova oggi nelle liste della sinistra più per scelta imposta dalla storia che per i contenuti specifici della sua proposta politica. Insomma, se a fronteggiare il timido Caldoro ci fosse il carattere forte di De Luca, se al socialista a destra si contrapponesse il moderato a sinistra, lo scenario sarebbe molto interessante. E il risultato elettorale quanto mai imprevedibile. Assisteremmo a qualcosa di nuovo sotto il sole di Napoli, con candidati post-ideologici che costringerebbero tutti a rivedere i termini del dibattito politico abbandonando liturgie obsolete. È quasi superfluo evidenziare come, dal punto di vista della sua proposta e collocazione politica, Vincenzo De Luca, in teoria, appare il candidato perfetto per consacrare l´alleanza (ricercata a fatica) tra sinistra e centro. I cittadini che non si rassegnano alla sconfitta, chiedono quindi a De Mita e Bassolino (ma anche a Di Pietro): quale motivo reale osta a candidare – magari anche passando per le primarie, un po´ sul modello che si sta affermando in Puglia – il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca? Motivi di rancore e di gelosia politica personale a parte, che non possono certo essere ragionevolmente proposti come determinanti, l´elettore di centrosinistra lecitamente si domanda le ragioni del veto politico che impedisce di sfruttare questa “carta”, che consentirebbe di recuperare un voto di opinione in evidente fuga dal centrosinistra, di recuperare al centro quella parte di consensi che proprio Caldoro tenta di spostare da sinistra a destra, di rimettere tutto in discussione e riaprire una partita che in molti davano oramai per persa. Possibile davvero che motivi d´interesse personale in termini di potere all´interno di un orto che sembra farsi sempre più stretto, possano impedire il rilancio di un disegno politico che coinvolge interessi certamente più ampi? Se il candidato del centrosinistra fosse un uomo con una chiara e definita personalità e storia politica, come il sindaco di Salerno, in questo caso la sua eventuale vittoria o sconfitta sarebbe imputabile innanzitutto a lui: il risultato elettorale sarebbe un risultato in gran parte dovuto alla sua capacità personale di raccogliere consensi e alla sua capacità di trasformare in positivo l´immagine corrente del Pd in Campania. Diversamente, la sconfitta di un uomo legato a Bassolino, o di un uomo “zattera di salvataggio” recuperato last minute all´interno della società civile, o anche di un uomo di mero compromesso, lascerebbe sostanzialmente tutti assolti, con il risultato di non determinare alcun mutamento di forze all´interno della coalizione e delle sue correnti. Si teme De Luca per il suo carattere accentratore: ma forse dal suo carattere forte, sia in caso di sconfitta che di vittoria, potrebbero trarre ossigeno tutti. Anche quelli che si sentono lontani dal suo modo di fare e dalle sue idee. (di Umberto De Gregorio da la Repubblica Napoli)

Nessun commento: