Vico Equense - Istituita con un’ordinanza del sindaco Gennaro Cinque l’inedita figura del «cane di quartiere», un provvedimento nato dopo un costruttivo confronto con le organizzazioni protezionistiche, che rappresenta una svolta nell’annosa questione del randagismo. La qualifica di «cane di quartiere» verrà assegnata ai cani vaganti nelle zone urbane, individuati da una comunità grazie alle leghe protezionistiche operanti sul territorio. All’atto della richiesta, dovranno essere indicate le generalità del referente o dei gruppi (un privato cittadino o a membro di associazione ambientalista) che si prenderanno cura dell’animale, che avranno l’onere di provvedere all’alimentazione del cane, di vigilare sull’impatto ambientale dello stesso e di monitorarne lo stato di salute. Naturalmente, per ottenere lo status di tutela; ovvero diventare uno specie di mascotte di quartiere, gli animali dovranno sottoporsi ad una serie di esami: «Per essere ritenuti idonei – chiarisce il sindaco Gennaro Cinque - i cani proposti saranno valutati dal servizio veterinario dell’Asl per quanto attiene l’aspetto comportamentale e di integrazione nel territorio. Il servizio veterinario effettuerà la visita medica, il test sierologico per la leishmaniosi, la sterilizzazione chirurgica e provvederà all’applicazione del microchip e all’iscrizione all’anagrafe canina regionale». I cani sterilizzati, prima della reintroduzione sul territorio, dovranno essere dotati di collare di riconoscimento e medaglietta con la dicitura «cane di quartiere» e un recapito telefonico che permetta di risalire al referente. Inoltre, il Comune assumerà gli obblighi legali del proprietario e pertanto si farà carico della copertura assicurativa per gli eventuali danni che il cane dovesse arrecare a terzi (cose, persone, animali). «Il provvedimento è nato anche grazie al nostro contributo – afferma Gloria Campese, presidente della sezione penisola sorrentina della Lega nazionale per la difesa del cane – e nella sua veste giuridica rappresenta una novità in costiera. Ora vorremmo che, dopo le tante promesse dell’istituzione di un canile, si passasse alla realizzazione di almeno un punto di appoggio che possa ospitare i cani impossibilitati a vivere in strada». Nello scorso mese di maggio una retata contro alcuni cani randagi del centro urbano provocò la reazione, espressa con volantini, di numerosi cittadini e commercianti. Poi il confronto tra amministrazione comunale ed animalisti ha portato ora all’ordinanza sindacale che interessa anche gli animali da reinserire sul territorio non densamente popolato. (Umberto Celentano il Mattino)
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