lunedì 3 gennaio 2011

Servizi sociali: subito un comitato di vigilanza

Meta - Un comitato comprensoriale per vigilare sulle politiche comunali in materia di servizi sociali. È la proposta emersa nel corso dell’assemblea pubblica organizzata presso la scuola Montemare dalla cooperativa sociale Prisma. Un’iniziativa che vede cittadini, utenti, politici, associazioni e operatori del settore accomunati da un solo obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica sulle disastrose condizioni in cui versa il «terzo settore» in penisola sorrentina. «La sopravvivenza dei servizi sociali è in pericolo – dice il presidente di Prisma Michele De Angelis, già in sciopero della fame – In mancanza di una seria programmazione e di investimenti mirati da parte dei Comuni, i tanti operatori che offrono servizi a minori, anziani e disabili rischiano di non poter continuare a prestare la loro opera. E questa situazione si ripercuote negativamente sulle condizioni di vita di quelle famiglie che necessitano dell’intervento degli operatori sociali per rimediare a situazioni di disagio spesso molto gravi». Nel mirino degli operatori ci sono i Comuni costieri accusati di tagliare le risorse al welfare e di tralasciare una seria politica di programmazione nel settore. A testimoniarlo, i dati forniti dall’Istat, secondo i quali la spesa media dei Comuni costieri per i servizi sociali ammonta a circa trenta euro per abitante (con la sola eccezione di Sorrento). Un dato decisamente troppo basso se raffrontato con la spesa media a livello nazionale, che si aggira intorno ai 94 euro per ogni cittadino. La spiegazione è presto detta: «Gli amministratori locali non sono per nulla sensibili alle problematiche sociali, per le quali non investono le giuste risorse umane e finanziarie – continua Michele De Angelis – Senza dimenticare la generale omertà sulle reali condizioni di vita in penisola sorrentina che al di là delle apparenze, nasconde un sommerso preoccupante». A ciò si aggiunga lo strappo dei comuni di Meta e Vico Equense, che negli scorsi mesi hanno deciso di abbandonare il Piano sociale di zona ritenendo il relativo impegno economico troppo elevato rispetto ai servizi forniti dall’ente. Di qui la mobilitazione degli operatori del terzo settore, che hanno deciso di costituire anche in penisola sorrentina il comitato «Il welfare non è un lusso», attivo già da un anno nel resto della Campania con l’obiettivo di richiamare l’attenzione dei cittadini sui tagli al sociale operati da Governo, Regioni e Comuni. Ma non finisce qui, visto che Legacoop Campania, Confcooperative ed Agci Campania hanno già scritto a tutti i parlamentari ed al presidente della Regione Stefano Caldoro per sapere quali iniziative le istituzioni intendano porre in essere a tutela dei servizi sociali. Intanto, gli operatori incassano il sostegno del cardinale Crescenzio Sepe, che in una lettera ha espresso loro la propria solidarietà e lanciato un accorato appello alle istituzioni. (Ciriaco M. Viggiano il Mattino)

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