Vico Equense - Questo articolo è stato scritto da un alunno dell’istituto alberghiero subito dopo l'atto vandalico alla SS. Trinità e Paradiso.
A te che hai fatto tutto questo chiedo: perché? Perché un atto vandalico egoista in un momento così buio della scuola? Cosa ti ha spinto a fare tutto questo? Nessun motivo è valido a giustificare l’accaduto, sappilo! Sono studente da un bel po’ e mai mi era capitato di imbattermi in una situazione del genere. Tu ed io siamo in una scuola, dove viene valorizzato molto l’impegno più che la conoscenza, una scuola che oltre a offrirti per diritto delle conoscenze ti apre le porte del futuro, una scuola dove professori e alunni comunicano senza barriere. Uno scatto d’ira nei confronti di un professore? È stato l’odio che ti ha spinto a farlo? Insomma, guardati intorno…non sei solo in questa scuola, siamo più di 1000 alunni a compiere questo percorso di studio e credi che il tuo interesse sia l’unico a contare? Dov’è finito il rispetto per gli altri? Credi che ora la gente ti vedrà con occhio diverso solo perché hai fatto ciò che volevano? Forse sì, forse ti osserveranno con stupore perché non possono credere che tu l’abbia fatto. Molte persone ti volteranno le spalle, altre ti staranno vicine solo per paura che tu possa dar fuoco anche loro. Non è col vandalismo che si ottiene ciò che si vuole, ma con il senso di civiltà e la rivendicazione dei propri diritti. La cosa giusta sarebbe stata agire sotto ragione: cos’hai combinato di buono facendo tutto questo? Credi che se avessi anticipato le feste di Natale ti avremmo reso grazie? Se sì, ti sbagli di grosso. Prima che tu facessi tutto questo, eravamo in pausa didattica e molti studenti in crisi per i loro voti si stavano dando da fare per recuperare, ma ora non ne hanno più la possibilità. I tuoi interessi oltre alla scuola in senso fisico, hanno danneggiato il vero materiale costituente di quest’istituzione: “Noi”. Non so se ho reso bene l’idea e non prendere sottomano ciò che sto scrivendo. Questa lettera non è un atto accusatorio, ma volto alla comprensione delle tue motivazioni. Non nutro rancore nei tuoi confronti, ma vorrei che tu comprendessi… La libertà è vivere la propria vita nel rispetto di chi c’è accanto mentre tu, per dar sfogo ai tuoi istinti, hai “violato la libertà” degli altri. Di sicuro chi ti da la possibilità economica di andare a scuola, non vorrebbe che tu rendessi vani i loro sacrifici, ma che anzi li valorizzassi con impegno e gioia. Nulla di ciò che hai è tuo, ma tutto ti è stato donato e in quanto dono, tutto va apprezzato. So benissimo quante ingiustizie gli studenti vivono ogni giorno: immagina se tutti quelli che volessero ribellarsi usassero la violenza, sarebbero in continuo stato di guerra. Basta! So per certo che quando lo hai fatto non eri te stesso e se mentre leggi questa lettera, nel tuo profondo senti il pentimento allora non esitare a rispondere. Tutti sbagliano, ma pochi si pentono e confessano, e sono proprio questi pochi ad avere coraggio, perché sbagliare è facile, mentre pentirsi non è da tutti.
A te che hai fatto tutto questo chiedo: perché? Perché un atto vandalico egoista in un momento così buio della scuola? Cosa ti ha spinto a fare tutto questo? Nessun motivo è valido a giustificare l’accaduto, sappilo! Sono studente da un bel po’ e mai mi era capitato di imbattermi in una situazione del genere. Tu ed io siamo in una scuola, dove viene valorizzato molto l’impegno più che la conoscenza, una scuola che oltre a offrirti per diritto delle conoscenze ti apre le porte del futuro, una scuola dove professori e alunni comunicano senza barriere. Uno scatto d’ira nei confronti di un professore? È stato l’odio che ti ha spinto a farlo? Insomma, guardati intorno…non sei solo in questa scuola, siamo più di 1000 alunni a compiere questo percorso di studio e credi che il tuo interesse sia l’unico a contare? Dov’è finito il rispetto per gli altri? Credi che ora la gente ti vedrà con occhio diverso solo perché hai fatto ciò che volevano? Forse sì, forse ti osserveranno con stupore perché non possono credere che tu l’abbia fatto. Molte persone ti volteranno le spalle, altre ti staranno vicine solo per paura che tu possa dar fuoco anche loro. Non è col vandalismo che si ottiene ciò che si vuole, ma con il senso di civiltà e la rivendicazione dei propri diritti. La cosa giusta sarebbe stata agire sotto ragione: cos’hai combinato di buono facendo tutto questo? Credi che se avessi anticipato le feste di Natale ti avremmo reso grazie? Se sì, ti sbagli di grosso. Prima che tu facessi tutto questo, eravamo in pausa didattica e molti studenti in crisi per i loro voti si stavano dando da fare per recuperare, ma ora non ne hanno più la possibilità. I tuoi interessi oltre alla scuola in senso fisico, hanno danneggiato il vero materiale costituente di quest’istituzione: “Noi”. Non so se ho reso bene l’idea e non prendere sottomano ciò che sto scrivendo. Questa lettera non è un atto accusatorio, ma volto alla comprensione delle tue motivazioni. Non nutro rancore nei tuoi confronti, ma vorrei che tu comprendessi… La libertà è vivere la propria vita nel rispetto di chi c’è accanto mentre tu, per dar sfogo ai tuoi istinti, hai “violato la libertà” degli altri. Di sicuro chi ti da la possibilità economica di andare a scuola, non vorrebbe che tu rendessi vani i loro sacrifici, ma che anzi li valorizzassi con impegno e gioia. Nulla di ciò che hai è tuo, ma tutto ti è stato donato e in quanto dono, tutto va apprezzato. So benissimo quante ingiustizie gli studenti vivono ogni giorno: immagina se tutti quelli che volessero ribellarsi usassero la violenza, sarebbero in continuo stato di guerra. Basta! So per certo che quando lo hai fatto non eri te stesso e se mentre leggi questa lettera, nel tuo profondo senti il pentimento allora non esitare a rispondere. Tutti sbagliano, ma pochi si pentono e confessano, e sono proprio questi pochi ad avere coraggio, perché sbagliare è facile, mentre pentirsi non è da tutti.
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