di Antonino Siniscalchi
Sorrento - La costiera rimane fedele alle sue tradizioni nella festa religiosa del santo patrono di Sorrento, venerato il 14 febbraio anche dagli abitanti degli altri centri della penisola sorrentina. Infatti, la celebrazione principale di Sant’Antonino, festeggiato anche nella prima domenica di maggio, nel solco di una secolare ritualità, è già iniziata il 5 febbraio scorso, quando a mezzogiorno il “campanone” della basilica ha suonato a distesa l’inizio dei festeggiamenti, con i vespri serali e l'omelia dell’arcivescovo emerito di Cagliari, monsignor Giuseppe Mani. Il suono del “campanone”, per i sorrentini, ha un valore particolare: apre il cuore ad una svolta perché fa ritenere che l’inverno è ormai al termine e si va verso la nuova stagione turistica.
Così, coltivando questi pensieri, i fedeli di Sorrento e degli altri comuni della costiera si recano oggi in visita al santo e la sua basilica sarà ancora una volta, il 14 febbraio, il punto di riferimento per tutta la comunità della penisola sorrentina. Nel giorno della festa, alle 5 la prima messa, alle 9 la processione con la statua d’argento, portata a spalle dagli uomini di mare di Marina Piccola, in visita alla Cattedrale dove ad attenderla ci saranno l’arcivescovo con il capitolo, il clero le confraternite, autorità civili e militari. Dopo gli onori religiosi, la statua, in processione solenne, riportata nella basilica dove l’arcivescovo celebrerà l’eucarestia.
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