mercoledì 22 febbraio 2017

Inchiesta su Tito, i suoi: è un complotto

Municipio di Meta
Imbarazzi e silenzi in municipio. Il sindaco presiede la giunta e incassa la fiducia degli assessori 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Meta - Imbarazzi, silenzi, facce tristi. Il giorno dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini al sindaco Giuseppe Tito e a tre dirigenti comunali l' aria che si respira negli uffici di via Municipio è più pesante che mai. Un'atmosfera insolitamente cupa che, tuttavia, non impedisce al primo cittadino dimettersi al lavoro nella sua stanza al primo piano della casa comunale e di affrontare due importanti appuntamenti. Prima la riunione di giunta, durante la quale gli assessori hanno ribadito piena fiducia a Tito nonostante le pesanti accuse mosse nei suoi confronti dalla Procura di Torre Annunziata: corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d'ufficio, turbativa d'asta, peculato, omessa denuncia e falso. Poi, nel pomeriggio, un faccia a faccia con gli avvocati per concordare la linea difensiva. Al momento restano top secret sia le decisioni adottate dalla giunta comunale sia la strategia che Tito metterà in atto nei prossimi venti giorni, termine entro il quale potrà chiedere di essere ascoltato dal sostituto procuratore Silvio Pavia, presentare memorie e produrre documenti. Col passare delle ore, però, nell'entourage del sindaco si sta facendo strada il sospetto che dietro l'accusa di aver intascato tangenti per l'affidamento della gestione di un parcheggio, oltre che di essere intervenuto nelle gare i d'appalto per il servizio scuolabus e per le luminarie natalizie, vi sia una precisa regia politica.


«Vogliono colpirlo perché è diventato un esponente dipeso del Partito democratico in Campania, oltre che un punto di riferimento per gli altri sindaci della penisola sorrentina», si lascia scappare un dipendente comunale. In altre parole, la denuncia dalla quale è scaturita l'indagine celerebbe l'intento di colpire Giuseppe Tito nella sua duplice veste di primo cittadino e consigliere metropolitano del Pd con manifeste ambizioni da parlamentare. Dietrologia spinta? Si vedrà. Nel S'attempo è l'opposizione a predicare prudenza: «Troppo presto per trarre conclusioni - osservano i consiglieri del gruppo Meta Comune - Aspettiamo con fiducia l'esito del lavoro della magistratura. Dimissioni? Ognuno agisce secondo la propria coscienza». Nella vicenda interviene, sebbene non sia rappresentato nel Consiglio comunale metese, anche il Movimento 5 Stelle. Secondo Salvatore Mare, capogruppo grillino nell'assemblea cittadina di Piano di Sorrento, «i gravi capi d'accusa gettano un'ombra sull'amministrazione e sono fonte di apprensione perla comunità: attendiamo le decisioni del sindaco e del suo partito. Occorre fare luce al più presto su ciò che è accaduto e sulle eventuali responsabilità».

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