sabato 9 giugno 2018

Dai romani al cinema, sfregio alla storia


I Bagni della Regina Giovanna nel mirino dei writers 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Sorrento - Non si sono limitati a imbrattare una parete della villa romana di Pollio Felice. Stavolta i writer, che da decenni imperversano nella zona dei bagni della Regina Giovanna armati di bomboletta, hanno persino datato lo sfregio inferto a uno dei luoghi più suggestivi di Sorrento. «2018», si legge tra le lettere disegnate con spray grigio, nero e rosa sui resti di un muro risalente al primo secolo dopo Cristo. Segno che i bagni della Regina Giovanna sono ancora meta di vandali, e che è insufficiente l'impegno della Soprintendenza per la Città metropolitana di Napoli cui compete l'alta vigilanza sull'area e del Comune che ne è proprietario. Così quello che dovrebbe essere il paradiso degli archeologi e dei cultori di storia locale diventa una galleria degli orrori. Soprattutto durante l'estate, quando i ruderi della villa di Pollio Felice si riempiono dei rifiuti gettati da bagnanti ed escursionisti costringendo Comune e associazioni a fare gli straordinari per tenere pulita la zona. Sempre presenti i writer che hanno imbrattato gran parte delle vestigia romane disegnandovi enormi murales.
 
Il primo raffigura un insetto con sembianze umane, il secondo un mostro dal volto rosso che invita i passanti a «non rompere l'ombra». Proseguendo fino allo sperone dal quale si scorge la passerella di accesso alla Solara, si entra in altri locali della villa romana. E anche qui, sulle pareti, misteriose figure si alternano alle immancabili firme e dichiarazioni d'amore lasciate da qualche visitatore.
I BIVACCHI 
La zona, d'altronde, è assai frequentata dai giovani. Ragion per cui non è difficile trovare gruppi di ragazzi intenti a bivaccare con birre e panini all'intemo dei ruderi. Anzi, fino a qualche tempo fa uno degli ambienti della villa di Pollio Felice costituiva il dormitorio di un clochard, successivamente allontanato. Per proteggere il sito il Comune è corso ai ripari piazzando, dalle 8 alle 20 nel periodo tra aprile e ottobre, un guardiano all'ingresso della stradina che conduce ai bagni della Regina Giovanna: un provvedimento che ha scongiurato la discesa di auto e scooter, ma non è riuscito a contenere la spavalderia dei writer. «Tra guardiania, pulizia e informazione turistica, l'amministrazione ha fatto tanto per la zona - spiega Luigi Di Prisco, consigliere comunale da sempre in prima linea per la salvaguardia del sito - Quanto ai writer, stiamo già studiando le possibili contromisure d'intesa con la competente Soprintendenza». Al momento l'ipotesi più plausibile è che gli ambienti della villa romana di Pollio Felice vengano delimitati per impedire l'accesso ai vandali. Difficile che nell'immediato venga installato un impianto di videosorveglianza, visto che la zona è piuttosto impervia e sottoposta a vincoli. A ciò si aggiungono gli effetti della riforma Franceschini che ha riorganizzato il ministero per i Beni Culturali e le sue articolazioni periferiche: le Soprintendenze archeologiche e quelle ambientali sono state unificate e ne è stata prevista una per la Città metropolitana di Napoli e una per il capoluogo campano. A quel punto, gli archeologi originariamente inquadrati nella Soprintendenza regionale e poi in quella di Napoli e provincia hanno scelto di passare al servizio del nuovo Polo museale della Campania cui fa capo il museo «Georges Vallet», con sede a Piano di Sorrento. E, di conseguenza, si è ridotto il personale chiamato a sorvegliare i siti di interesse sparsi per la Costiera. Senza dimenticare il peso del disbrigo delle pratiche amministrative.
LA RABBIA 
Fatto sta che la comparsa dell'ennesimo murales su un muro di epoca romana scatena le polemiche, soprattutto sui social network. Su Facebook sono decine i residenti che, sdegnati per l'episodio di vandalismo su un bene culturale, invocano pene esemplari per i responsabili. C'è chi li definisce «ignoranti», chi «bestie» e chi li accusa di «barbarie, inciviltà e sfregio ai luoghi e alla storia» della penisola sorrentina. «Prendeteli, mettete loro una palla di ferro al piede e condannateli a ripulire tutto sotto la guida degli esperti», sentenzia un internauta mentre un altro aggiunge senza pietà: «Questa gente merita la pena di morte».

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