domenica 10 giugno 2018

Le promesse

di Filomena Baratto

Vico Equense - “Ogni promessa è un debito”, così vuole il proverbio. In realtà è un po’ diverso e non solo in politica. Promettere significa guardare avanti, proiettarsi oltre e su quello andiamo a costruire le nostre azioni. E’ fare un debito col futuro, da cui non possiamo retrocedere, vista la capacità dell’uomo di preavvertire quello che accadrà. E male che vada ci avvaliamo del detto che “del doman non c’è certezza” come dice Lorenzo il Magnifico nel Il trionfo di Bacco e Arianna. Se veniamo meno, abbiamo sempre delle attenuanti. Con questa scusa possiamo promettere l’impossibile, tanto troveremo il modo di giustificarci nel caso di non poter ottemperare. La promessa dei Romani era basata sulla “fides”, nel senso di porre qualcosa nelle mani degli altri. La fides è fondamentale in ogni rapporto soprattutto per quanto attiene al credito e all’affidabilità. Ci sono poi quelle fatte a se stessi, un modo per prendersi in parola o verificare quanto siamo capaci di metterci in gioco. Sono, quest’ultime, le promesse di crescita, quelle che ci fanno avanzare. Chi prende sul serio la propria vita sa fare altrettanto con quella degli altri. Ci sono promesse a basso costo come quella di prendere un caffè insieme, di una visita, e poi un aiuto o un impegno, saldare un debito, portare a termine ciò che abbiamo intrapreso. Promettiamo per avere l’impulso a fare sempre di più, ed è un modo per entusiasmarci. Una promessa è mettersi in cammino verso l’altro: così chiariamo a noi stessi, verifichiamo, ci sentiamo utili.
 
Poi ci sono quelle fatte sull’onda di un’emozione che se va scemando la motivazione da cui è nata, anche dopo accordi presi, finisce che non le portiamo a termine. Molto spesso ci limitiamo alla parola, unico valore, in un tempo che non ne ha più. Quelle fatte con denaro a mo’ di anticipo su quanto sarà fatto è un modo per non retrocedere, ma anche in questi casi, senza nulla di scritto, verba volant. Oggi, molto spesso resta un vuoto esercizio quotidiano in cui tutti cadiamo facendone tante, e proprio per questo motivo le prendiamo con molta cautela. Promettere diventa un patto a buon mercato, un esercitare potere dispensando possibilità come se da questo dipendesse la nostra affidabilità o il semplice piacere di dispensare illusioni. E se mai giunge a compimento, si assottiglia di valore. Può cambiare l’idea che ci ha portato a promettere, come i fatti che non vanno più nella stessa direzione o il nostro rapporto nei confronti dell’altro, così che quello che avevamo calorosamente promesso, diventa una chimera non potendolo più sostenere. Ma una promessa non mantenuta diventa il movente di azioni ritorsive che vanno dalle più semplici alle più impensabili, e se passate nel dimenticatoio, difficili da cancellare. Anche la promessa rispecchia la nostra epoca “liquida” per dirla alla Bauman, vale il tempo che la pronunciamo poi del suo adempimento, chissà. Nel frattempo i cambiamenti e gli eventi aiuteranno o impediranno di condurla a un esito positivo. Una promessa non mantenuta fa scadere anche la fides nella persona. Se effettuata nei tempi e nel contenuto, è una vera fortuna. E nemmeno più i bambini credono alle promesse, debiti che quasi sempre lasciamo cadere in prescrizione. Per questo motivo non andrebbero mai fatte, solo quelle su cui possiamo contare seriamente. E nella realtà dell’hic et nunc, le promesse hanno un vago senso di presa in giro, soprattutto se restano a voce, se quando si pronunciano si dirà: ti giuro, lo dico sui figli, sono chiaro, so quello che faccio, stai tranquillo, te lo prometto. Molti rapporti si spezzano sulle promesse cadute. Su quelle scritte si può sempre ritrattare, ma quelle fatte di parola sono facilmente dimenticate. Una promessa è un giuramento, e oggi che la vita è confusione, promettere è segno di voler essere un Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento. Ogni promessa, prima o poi viene sbugiardata, ed è il segno della nostra liquidità, dell’essere fatui, senza legami. Nessuno ha più voglia di costruire il futuro, vogliamo il nostro tempo, quello che ci spetta come se fossimo tante monadi, dimenticando la reciprocità dei rapporti, l’affidabilità, la fiducia, la stima, la responsabilità. Dovremmo provare a non scrivere i nostri desideri sulla sabbia, ma affidarli alle persone vere, quelle che ascoltano e traducono le parole in vita. Una promessa è un impegno che fa bene e una volta fatta, portarla a termine è un dovere.

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